Sabato 23 Novembre 2024

Il sonno è fondamentale per consolidare ricordi

Una delle funzioni del sonno potrebbe essere quella di riprodurre gli ultimi eventi vissuti e formare i ricordi a lungo termine. Questo è il risultato di uno studio, pubblicato sulla rivista Cell Reports e condotto dai ricercatori del Massachusetts General Hospital e dagli esperti del BrainGate, un consorzio di ricerca che lavora per sviluppare impianti cerebrali in grado di aiutare persone con disabilità motorie a utilizzare cursori, protesi e altri dispositivi. Il team sostiene che il cervello durante il sonno può riprodurre l’attività neuronale in modo da stimolare la memoria e rendere i ricordi permanenti. «Il nostro studio fornisce la prima prova diretta della capacità degli esseri umani di consolidare la memoria tramite questo meccanismo, che era stato precedentemente osservato in alcuni animali», afferma Jean-Baptiste Eichenlaub del Massachusetts General Hospital. I ricercatori hanno chiesto ai partecipanti di dormire prima e dopo aver svolto una sessione di un gioco sequenziale, in cui i volontari dovevano però visualizzare sè stessi, muovere il cursore piuttosto che compiere varie azioni. «Monitorando l’attività cerebrale con degli elettrodi abbiamo scoperto che il cervello mostrava gli stessi schemi di attività quando i soggetti giocavano e durante il sonno post-gioco. Per questo abbiamo dedotto che il 'replay' potrebbe svolgere un ruolo fondamentale nel processo di consolidamento della memoria», spiega il ricercatore, aggiungendo che i progetti futuri cercheranno di dimostrare che il «replay» ha un ruolo diretto nel processo di consolidamento della memoria. «Contiamo di riuscire a testare la relazione tra l’intensità dell’attività neuronale durante il 'replay offlinè e la forza del richiamo mnemonico dopo il sonno. Ad ogni modo, siamo certi che il sonno abbia un ruolo vitale sia nell’apprendimento che nel consolidamento della memoria. Ecco perchè una notte tranquilla prima di un test o di un esame può portare a prestazioni migliori», conclude Jarosiewicz.

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