Un nuovo metodo che si basa sulla sovralimentazione di crostacei e molluschi potrebbe rappresentare un aiuto per affrontare le carenze nutrizionali che affliggono una parte significativa della popolazione mondiale. La scoperta, descritta sulla rivista Frontiers in Nutrition, proviene da uno studio condotto dagli esperti dell’Università di Cambridge, che stanno ora lavorando con i principali produttori di frutti di mare per testare la tecnologia di micro-incapsulazione e hanno collaborato con la società BioBullets, che ha sede a Cambridge.
"Oltre due miliardi di persone in tutto il mondo presentano carenze vitaminiche - afferma David Aldridge del Dipartimento di Zoologia dell’Università di Cambridge - che possono provocare seri danni alla salute. Rendere il cibo più completo dal punto di vista nutritivo è già una strategia applicativa per diverse industrie, ma i molluschi bivalvi rappresentano una delle fonti più sane e sostenibili al mondo».
Il lavoro prende quindi in analisi prodotti alimentari quali ostriche, vongole o cozze. «Abbiamo prodotto una microcapsula - aggiunge David Willer, dottorando presso il laboratorio di Aldridge - in grado di fornire ai bivalvi dei nutrienti benefici per la salute umana. Forma, misura, dimensione e galleggiabilità rendono la nostra soluzione un’ottima fonte di alimentazione per i molluschi». Il team spiega che i bivalvi vengono ingeriti dall’essere umano in maniera completa, compresi gli organi interni come intestino e stomaco, il che significa che l’organismo umano assimila anche gli ultimi pasti dei frutti di mare, ragion per cui i molluschi bivalvi vengono considerati il bersaglio ideale per la nutrizione corretta. «Abbiamo testato le nostre microcapsule, in cui sono stati potenziati i livelli di vitamina A e D - continua Aldridge - considerando più di cento esemplari. Stando ai nostri risultati, le ostriche fortificate presentavano un apporto vitaminico circa 100 volte superiore per la vitamina A e 150 per la vitamina D rispetto agli esemplari naturali». Il ricercatore precisa che le carenze di vitamine A e D rappresentano una sfida particolarmente grave per la salute pubblica.
In Ghana sono più del 26 percento i bambini che presentano una carenza di vitamina A, causando cecità e mortalità diffusa, mentre in India l’85 percento della popolazione è carente di vitamina D, il che espone al rischio di insorgenza di malattie cardiovascolari, osteoporosi e rachitismo. «Anche negli Stati Uniti - osserva Willer - la percentuale di persone con carenza di vitamina D raggiunge il 40 percento. Il nostro metodo rappresenta una soluzione economica ed efficace per portare micronutrienti a un alimento proteico per far fronte a questo problema». Gli autori suggeriscono che questo lavoro potrebbe giovare alle condizioni di salute di milioni di persone, riducendo al contempo i danni provocati dalla produzione di carne. «Siamo molto entusiasti del potenziale di questo lavoro - concludono gli esperti - speriamo di poter guidare un cambiamento orientato alla sostenibilità. Il nostro metodo rappresenta inoltre un modo sicuro ed economico per aumentare l’apporto nutrizionale dei bivalvi, basti pensare che i costi di produzione aumenterebbero di circa 0,0056 dollari a unità per quanto riguarda le ostriche».
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