Potrebbe esistere una relazione tra la diversità della dieta di un’ape e le dimensioni del suo cervello. A rivelarlo uno studio, pubblicato sulla rivista Proceedings of the Royal Society B, condotto dagli esperti dell’University College di Londra, che hanno analizzato il Panurgus banksianus, o ape irsuta, che predilige il polline di fiori gialli appartenenti alla famiglia degli aster. «Proprio come i mammiferi o gli uccelli - commenta Elizabeth Tibbetts, biologa evoluzionista presso l’Università del Michigan, che non è stata coinvolta nella ricerca - le specie di insetti della stessa taglia possono avere caratteristiche diverse, ma negli insetti, i fattori che determinano le dimensioni del cervello sono stati un mistero per molto tempo, ora potremo avere una visione più chiara». Il team ha esaminato l’organo cerebrale di 395 esemplari femmine appartenenti a 93 specie provenienti da Stati Uniti, Spagna e Paesi Bassi, cercando di rilevare il collegamento tra la struttura cerebrale e le abitudini alimentari degli insetti. «La maggior parte dei cervelli di api - spiega Ferran Sayol dell’University College di Londra - ha circa le dimensioni di un chicco di riso, ma sono capaci di gestire azioni e comportamenti sorprendentemente complessi». L’esperto aggiunge che in genere per gli uccelli le specie con una dieta più variegata tendono ad avere cervelli più grandi, mentre secondo i risultati di questo studio nelle api avviene il contrario. «Abbiamo notato che i cervelli più grandi erano collegati alle specie in cui le diete erano più specifiche - continua il ricercatore - e la nostra ipotesi è che una dieta ampia potrebbe non rappresentare un ostacolo per le api, che si nutrono di fiori e potrebbero tranquillamente adeguarsi alle specie vegetali che incontrano nel loro cammino». L’autore suggerisce che invece le api con