I primi esperimenti minerari condotti nello spazio potrebbero aprire la strada a nuove tecnologie per aiutare gli esseri umani a esplorare e stabilire insediamenti su mondi lontani, suggerisce uno studio condotto da ricercatori della School of Physics and Astronomy dell’Università di Edimburgo.
I test eseguiti dagli astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale suggeriscono che i batteri possono estrarre materiali utili dalle rocce su Marte e sulla Luna. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature Communications e potrebbero aiutare gli sforzi per sviluppare modalità di approvvigionamento di metalli e minerali, come ferro e magnesio, essenziali per la sopravvivenza nello spazio.
I batteri potrebbero un giorno essere usati per abbattere le rocce nel terreno per la coltivazione di colture o per fornire minerali per i sistemi di supporto vitale che producono aria e acqua, dicono i ricercatori. I dispositivi minerari delle dimensioni di una scatola di fiammiferi, chiamati «reattori biomining», sono stati sviluppati dagli scienziati del Centre for Astrobiology del Regno Unito presso l’Università di Edimburgo per un periodo di 10 anni.
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