Vivere nei luoghi con una maggiore esposizione all’inquinamento atmosferico in età avanzata può portare a un aumento dei sintomi depressivi e a un maggiore rischio di declino cognitivo. E’ quanto emerge da uno studio, pubblicato sul Journal of the American Geriatrics Society, condotto dagli esperti dell’Università della California meridionale, che hanno analizzato il legame tra le condizioni psicofisiche e mentali di donne di età pari o superiore a 80 anni e l’esposizione agli inquinanti atmosferici. «L'esposizione a lungo termine al biossido di azoto - afferma Andrew Petkus dell’Università della California meridionale - sembra essere associata a un lieve aumento nell’insorgenza dei sintomi depressivi, che potrebbero influire nel declino della memoria e nella regressione cognitiva».
Il team ha valutato le condizioni di 1.583 donne senza demenza di età pari o superiore a 80 anni, a cui è stato chiesto di completare fino a sei valutazioni annuali della memoria. «Questo è il primo studio che mostra come l’esposizione all’inquinamento atmosferico possa essere collegato ai sintomi depressivi nelle donne in età avanzata - continua Jiu-Chiuan Chen, collega e coautore di Petkus - e l’interrelazione tra i sintomi e il conseguente declino della memoria». Secondo i risultati degli scienziati, l’esposizione in tarda età all’inquinamento può portare a potenziali effetti negativi, il che suggerisce che l’inquinamento atmosferico possa rappresentare un fattore di rischio per le donne in età geriatrica.
«Saranno necessari ulteriori studi - sottolineano gli autori - per verificare la neurotossicità legata all’inquinamento atmosferico in età geriatrica, ma il nostro lavoro dimostra che le esposizioni in tarda età agli inquinanti atmosferici possono accelerare l’invecchiamento cerebrale e aumentare il rischio di demenza».
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