(ANSA) - APIRO (MACERATA), 3 LUG - Un'abbazia benedettina dell'XI secolo, Sant'Urbano ad Apiro (Macerata), si trasforma in una piattaforma di innovazione per sperimentare buone pratiche che permettano di rigenerare il suolo. Parte dalle Marche un modello di economia circolare che trasforma agricoltori, allevatori e consumatori in 'rigeneratori', per difendere "il bene più prezioso, l'integrità del terreno, perché senza un suolo di qualità non avremo un cibo di qualità". E' il progetto Arca (Agricoltura per la Rigenerazione Controllata dell'Ambiente), nato nel 1988 a Serra San Quirico (Ancona) dall'imprenditore Bruno Garbini e ripartito ora con due soci importanti, Enrico Loccioni e Giovanni Fileni. Il progetto si propone di diffondere pratiche di coltivazione di tipo bio-conservativo, per permettere una rigenerazione dei suoli marchigiani, creare filiere alimentari e zootecniche di qualità certificata, curare il dissesto idrogeologico. L'ispirazione deriva da quanto avveniva nella tradizionale casa colonica marchigiana prima dell'industrializzazione dell'agricoltura, un micro circolo di riutilizzo che aveva come scopo quello di preservare la fertilità del terreno per le generazioni future.
Tra le buone pratiche promosse da Arca alcune sono retaggio della coltura benedettina e mezzadrile praticata anticamente nelle Marche (rotazioni colturali, consociazioni e sovesci, solchi acquai trasversali, concimazioni organiche), unite a ricerca, digitalizzazione, commercializzazione moderna. Ad oggi hanno aderito ad arca 13 produttori e trasformatori delle tre Valli dell'Esino, del Nevola e del Misa, che operano su una superficie di 1.980 ettari. Gli alimenti prodotti sono vino (48%), farine pane e cereali (44%), olio.(ANSA).
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