TORINO - Ancora una acquisizione per Lavazza. Dopo Carte Noire ed Esp in Francia, Merrild in Danimarca, Kicking Horse Coffee in Canada, Nims in Italia e Blue Pod in Australia, l'azienda torinese mette le mani sul business del caffè di Mars, 350 milioni di dollari di fatturato e 900 collaboratori. Il closing dell'operazione, con la quale il Gruppo intende rafforzare la propria posizione in tutti i segmenti del caffè nei mercati di riferimento, è previsto entro l'anno.
L'operazione, spiega Antonio Baravalle, ceo del Gruppo, "s'inserisce perfettamente nella nostra strategia di espansione internazionale e di rafforzamento nei mercati chiave", in questo caso nel segmento uffici e in quello dei distributori automatici "che presentano ancora - spiega - importanti spazio di crescita e sviluppo". La logica è quella di un dialogo sempre più diretto con il consumatore finale, acquisendo alcuni asset da un'azienda familiare, proprio come Lavazza da quattro generazioni. Nell'operazione, Lavazza è stata assistita da J.P.Morgan, Cleary Gottlieb Steen & Hamilton, PwC e The Boston Consulting Group.
L'accordo prevede, in particolare, l'acquisizione del business caffè di Mars in Nord America, Germania, Gran Bretagna, Francia, Canada e Giappone, con relativi sistemi - le macchine tabletop Flavia e i distributori automatici 'freestanding' Klix - e gli stabilimenti di produzione in Gran Bretagna e America. "Mars Drinks è stata per molti anni una parte importante della nostra attività", spiega Grant F. Reid, ceo di Mars, Incorporated, business globale con oltre un secolo di storia che produce alcuni tra i brand più amati al mondo, come M&M's e Twix o, nei prodotti per i proprietari di animali da compagnia, Pedigree, Royal Canin e Whiskas. "Nonostante sia sempre difficile lasciare marchi prestigiosi - aggiunge - crediamo sia il momento giusto per un cambiamento".
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