Nel distretto vinicolo della Valpolicella "la redditività per ettaro è importante, e il comparto vive un rinnovamento con le nuove generazioni di produttori, ma c'è ancora molto da fare sull'export. E' un peccato essere fermi in Cina sotto quota 6% perché Amarone è uno dei vini più adatti alla cucina orientale". Lo ha detto il presidente del Consorzio dei vini Valpolicella Andrea Sartori all'Anteprima Amarone 2015, alla presenza del ministro delle Politiche agricole e del Turismo Gian Marco Centinaio.
Sartori ha lanciato un appello agli imprenditori locali: "Le ville venete - ha detto - bisogna aprirle per farle visitare. Oggi il turista cerca emozioni e chi ha la fortuna di avere sedi prestigiose deve sfruttarle ed aprirle all'enoturismo". Sartori coltiva anche un'altra ambizione: candidare Verona città capofila del vino italiano perché, ha spiegato, concentra tutti gli asset: un fiera internazionale che è Vinitaly, l'università di Enologia, imprenditori attenti allo sviluppo, l'Amarone e il Ripasso che, alla luce del loro successo, risultano tra le vittime eccellenti dell'italian sounding. Anzi dell'Amarone sounding e Ripasso Sounding". Da qui la soddisfazione del Consorzio per la collaborazione sempre più stretta con l'ispettorato antifrodi Icqrf del ministero delle Politiche agricole. "Dobbiamo cambiare anche il modo di comunicare - ha concluso Sartori - per coinvolgere le nuove generazioni e gli enoturisti. Tra le priorità la messa in rete delle agenzie di enoturismo e la messa in rete col distretto turistico del Garda dove arrivano 13 milioni di turisti l'anno".
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