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Un patto per il rilancio della filiera olearia toscana

FIRENZE - Dare il via a un piano di rilancio del settore oleario che "possa fare per l'olio quello che è stato fatto negli anni '80 per il vino". Questo, per l'assessore regionale all'agricoltura, Marco Remaschi, il senso del protocollo d'intesa sottoscritto stamani da Regione Toscana, Associazione Nazionale Città dell'Olio e l'Ente Terre Regionali Toscane.

Tanti gli obiettivi dell'accordo, fra cui la promozione di progetti di sviluppo della della filiera olivicola ed olearia regionale, la tutela ambientale e paesaggistica degli oliveti.

Un recupero paesaggistico, ha spiegato Remaschi, che non può prescindere dalla redditività dell'attività agricola. "Per questo è necessario far conoscere la cultura dell'olio fra i consumatori, le scuole, la ristorazione e la valorizzazione degli oli extravergini di qualità". Viene dalla Toscana, ha detto ancora l'assessore, il 4% della produzione nazionale, ma la regione vanta il 40% delle produzioni certificate. "Dobbiamo quindi far capire ai consumatori - ha concluso l'assessore - cosa c'è dentro una bottiglia di olio toscano".

Altro tema centrale, hanno spiegato il vice presidente dell'Associazione Città dell'olio, Marcello Bonechi, e il direttore di Ente Terre Regionali Toscane, Claudio Del Re, sarà la collaborazione su progetti di recupero degli oliveti abbandonati, anche attraverso esperienze di agricoltura sociale, e l'avvio di un censimento degli oliveti incolti. Primo caso, grazie a un altro protocollo sottoscritto stamani, sarà Murlo (Siena). Soddisfazione è stata espressa anche dai consiglieri regionali del territorio, Simone Bezzini e Stefano Scaramelli (Pd): "Il Comune di Murlo - hanno affermato - farà da apripista per il recupero degli ulivi in Toscana".

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