Mercoledì 25 Dicembre 2024

Cucina italiana all'estero, 500 indirizzi top Gambero Rosso

Cucina italiana all’estero, 500 indirizzi top Gambero Rosso (foto credits Vignali Gambero Rosso) - © ANSA
Cucina italiana all’estero, 500 indirizzi top Gambero Rosso (foto credits Vignali Gambero Rosso) - © ANSA

(ANSA) - ROMA - ''La cucina italiana all'estero non è più condita dalla malinconia dei vecchi migranti, ma è invece coraggio nel fare impresa''. Lo ha detto Lorenzo Ruggeri, curatore della guida online 'Top Italian Restaurants di Gambero Rosso che classifica e recensisce 500 indirizzi di cucina italiana di qualità in 35 Paesi del mondo.

Questi i premi speciali della guida: Michele Farnesi, chef e proprietario di Dilia a Parigi, premiato come Chef dell'Anno e Federico Zanellato, Executive Chef di LuMi a Sydney, Ristorante dell'Anno.

La Pizzeria dell'Anno è a New York dove c'è un angolo squisitamente partenopeo: Song' E Napoli di Ciro Iovine. La Carta dei Vini dell'Anno punta il Sud America e premia il lavoro del sanremese Rolly Pavia, con la sua Osteria del Becco a Città del Messico, forte di una collezione enologica italiana da brividi, con oltre 40.000 etichette di vini di culto dal Dopoguerra ad oggi.

Ancora, l'Apertura dell'Anno è firmata dalla famiglia Iaccarino, a Toronto: Don Alfonso gira già a pieno ritmo a pochi mesi dall'apertura. Infine, il Premio Innovazione/Tradizione rende merito a Luigia, il progetto di Enrico Coppola e Luigi Guarnaccia, capaci di replicare pizzerie di alta qualità, a Ginevra come a Dubai, puntando su concept nuovi e formule imprenditoriali vincenti.

''Premiamo con orgoglio 500 eroi, gli avamposto del nuovo modo di fare impresa nella ristorazione - ha detto il presidente di Gambero Rosso, Paolo Cuccia - con molta attenzione all'autenticità delle materie prime, ma anche al sociale e alle possibilità di riscatto personale che il settore offre. Riuniamo gli avamposto dell'eccellenza italiana e, controllando che i vini e gli oli utilizzati siano made in Italy, non facciamo distinzioni di passaporto. Oggi anche uno chef giapponese o argentino può esprimere italianità a tavola se rispetta nostra cultura e ingredienti. La vera sfida di questi imprenditori è esportare prodotti di qualità e saperli valorizzare, col coraggio e l'intraprendenza di consolidati professionisti e di giovani chef". (ANSA)

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