ROMA - Individuati dei nuovi, possibili responsabili della celiachia: sono i virus che, secondo un nuovo studio, aiutano ad "accendere" la malattia in chi è predisposto.
Lo dimostra un progetto di ricerca finanziato dalla Fondazione Celiachia, secondo cui, proprio insieme alle infezioni virali, le proteine alimentari contenute nel glutine sono in grado di simulare e potenziare la risposta immunitaria innata e possono innescare una malattia autoimmune. La ricerca è stata presentata in occasione del Convegno Nazionale 'La biopsia intestinale nella diagnosi e nel follow-up della malattia celiaca' ed il dato, oltre a contribuire alla comprensione dei meccanismi con cui si sviluppa la malattia, potrà essere utile per migliorare la diagnosi e predire l'evoluzione dei soggetti a rischio.
La celiachia, spiega il coordinatore dello studio Riccardo Troncone, docente di pediatria del Dipartimento di Scienze mediche traslazionali dell'Università Federico II di Napoli, "è una malattia autoimmune causata dall'ingestione di glutine in individui geneticamente predisposti: il glutine, normalmente tollerato come gli altri alimenti, nei soggetti celiaci attiva invece una risposta immunologica. Ne esistono due tipi, una molto specifica mediata da anticorpi specifici, un'altra più primitiva, detta risposta innata, la stessa che ci difende dalle infezioni virali. Con il nostro progetto abbiamo voluto capire se fra risposta al glutine e risposta ai virus ci siano similitudini e soprattutto se queste risposte possano sommarsi.
Abbiamo quindi verificato che le proteine del glutine attivano l'immunità innata così come le proteine dei virus: queste molecole possono perciò agire in sinergia. Questi dati - conclude l'esperto - indicano pertanto che le proteine presenti nel glutine, insieme a quelle virali, possono simulare e potenziare la risposta immunitaria innata ai virus, contribuendo a innescare la celiachia in soggetti geneticamente predisposti".
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