(ANSA) - ROMA - Le torrefazioni e i pubblici esercizi insieme per garantire un caffè espresso doc al bar. Punto di forza: una miscela di qualità certificata. Il primo patto di filiera sottoscritto dai due storici antagonisti commerciali, Federgrossisti e Fipe-Confcommercio, illustrato presso il Centro Servizi per i Prodotti Tipici & Tradizionali della Camera di Commercio di Roma, punta a informare il consumatore attraverso una serie di Coffe Day su come riconoscere una tazzina di qualità e a formare chi dietro il bancone prepara l'espresso & Co.
Il contratto fissa le linee-guida che impegnano torrefattori di caffè e pubblici esercizi alla conformità del prodotto, al prezzo, ai termini di pagamento, alla esclusività della fornitura, per finire al recesso. Diritti-doveri vengono fissati tra le parti per rendere il contratto stesso sostenibile dalla selezione dei chicchi alla tazzina fumante.
Il caffè, hanno osservato gli operatori durante una valutazione comparativa di miscele biologiche e quelle più comuni al supermercato e nei bar, pur essendo un prodotto simbolo del consumo italiano non sempre rappresenta un momento di benessere. ''Il nostro mondo si è un po' fermato sugli allori, ma - ha detto il direttore di Federgrossisti Antonio Fabiani - essendo il caffè un prodotto agricolo, va vissuto e assaggiato godendo dell'abilità del barista.
Col patto di filiera cerchiamo di dare una risposta globale agli addetti ai lavori e ai coffee-lover nella consapevolezza che il caffè ha assunto un ruolo molto importante ai fini di una sana ed equilibrata alimentazione. Un soggetto sano, alla luce di uno studio Iarc, può assumere tranquillamente 3-4 tazzine di caffè nell'arco della giornata''.(ANSA).
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