ROMA - Diversificare i sistemi di coltivazione in modo sostenibile. E quindi con più biodiversità, riducendo l'erosione del suolo e le emissioni di gas serra, ma incrementando il sequestro di carbonio. Tutto questo aumentando sia la resa delle colture che il reddito netto degli agricoltori. E' l'obiettivo del progetto europeo Diverfarming che coinvolge otto Paesi di cui l'Italia con il Crea per incrementare fino al 15-20% la sostanza organica del suolo in 10 anni.
Si tratta di una risposta al fatto che negli ultimi anni, gli agricoltori si trovano ad affrontare problemi ambientali, come l'erosione e la compattazione del suolo, il basso contenuto in sostanza organica e la contaminazione di terra e acqua. Il team di ricercatori del Consiglio di ricerca dei centri Agricoltura e Ambiente, Genomica e Bioinformatica e Cerealicoltura e Colture Industriali, in collaborazione con l'Università della Tuscia, Barilla e il Consorzio Casalasco, valuterà per tre anni l'applicazione di sistemi di diversificazione colturale in quattro diverse aree: tre nel Nord Italia (nella Pianura Padana, presso tre Aziende Barilla/Casalasco) e una nel Sud Italia (Regione Puglia, presso il Crea Cerealicoltura di Foggia).
Il Centro Agricoltura e Ambiente, come spiega la ricercatrice Crea e coordinatrice del progetto per l'area del Nord-Mediterraneo, Alessandra Trinchera, "svilupperà un modello in grado di individuare la migliore gestione agronomica entro le rotazioni, in termini di conservazione della sostanza organica del suolo e di incremento della biodiversità e resilienza dell'agroecosistema a lungo termine. La valutazione delle rese, della qualità delle produzioni e dei parametri nutrizionali verrà realizzata dagli operatori di Casalasco e Barilla, sotto la supervisione del Crea e dell'Università della Tuscia".
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