(ANSA) - ROMA, 13 NOV - Hanno un giro d'affari di 14,5 miliardi di euro le 3.535 imprese industriali del comparto lattiero-caseario che impiegano circa 44mila persone. Un comparto che rappresenta una delle principali realtà dell'agroalimentare italiano, con un'incidenza del 9% sul valore totale della produzione agricola, del 12% sul fatturato dell'industria alimentare e del 9% sull'export alimentare. A fotografare il settore è la società Cribis con Nomisma, precisando che la produzione lattiero-casearia a livello nazionale si concentra per l'80% nel Nord, in particolare in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte, dove sono storicamente presenti alcune tra le più importanti produzioni Dop. Il 75% della produzione nazionale riguarda allevamenti di grandi dimensioni, mentre le piccole aziende, poco meno della metà del totale, ne realizzando solo il 5%. Circa il 49% della produzione di formaggi si riferisce a prodotti di denominazione d'origine, con 530mila tonnellate di prodotti. Sul fronte dell'export vola l'Italia dei formaggi, che nel 2017 ha generato un valore di 2,6 miliardi, l'81% realizzate grazie alle produzioni di Lombardia ed Emilia Romagna. I consumi interni, invece, rileva il rapporto, si stanno concentrando sui prodotti biologici, un mercato in forte crescita che, secondo Nomisma, vale complessivamente 3,5 miliardi di euro (tra Dop e a basso contenuto di grassi), a fronte di una riduzione dei consumi di formaggi a pasta dura. Rispetto all'offerta di prodotti lattiero-caseari la parte del leone la fanno le 730 cooperative lattiero-casearie, diffuse prevalentemente in Lombardia ed Emilia Romagna, seguite da Trentino-Alto Adige, Veneto e Sardegna, che generano un giro d'affari di 6,6 miliardi di euro. (ANSA).