ROMA - Ripercorre 168 anni di storia italiana attraverso 351 varietà di riso dal 1850 a oggi, per scoprire che i chicchi sono diventati più piccoli e di colore.
E' lo studio realizzato dal Crea in collaborazione dell'Università di Milano e pubblicato sulla rivista internazionale Scientific Reports; un prezioso patrimonio di biodiversità conservato dall'ente di ricerca, anche perchè negli ultimi 20 anni le varietà si sono notevolmente ridotte. "La variabilità della forma del chicco e della sua colorazione - spiega all'ANSA il ricercatore del Crea Luigi Tamborini - dipende dal codice genetico proprio di ciascuna varietà". I geni, interagendo con l'ambiente dove vive la pianta, sono in grado di determinare le forme da molto affusolato, ad arrotondato, le pigmentazioni (nero, viola, bruno, arancione, bronzo) e i diversi aromi. Insomma è una questione di geni a dettare le caratteristiche morfologiche del chicco. Per questo la storia della risicoltura tricolore è ricca di varietà, dal Carnaroli, il re dei risotti con chicchi grandi e pesanti, al 'Tondo' Balilla per timballi e minestre, all'aromatico Venere, super gettonato dall'alta ristorazione per la sua colorazione scura e la tipica fragranza.
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