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Panettone e pandoro, il mercato premia i dolci di Natale

ROMA - E' in aumento costante il consumo di panettone, pandoro e di altri lievitati natalizi. A rilevarlo - secondo gli ultimi dati disponibili e a dimostrazione che gli italiani non rinunciano ai dolci più tradizionali del Natale - è Aidepi, l'Associazione delle Industrie e del Dolce e della Pasta Italia. Nel 2017 - segnala - sono state prodotte infatti oltre 91.000 tonnellate di lievitati di ricorrenza natalizia, con una variazione del +2,2% sul 2016, per un valore corrispondente di oltre 650 milioni di euro (+5,2%). Dati - aggiunge l'Aidepi - che fanno ben sperare per la campagna in corso.

A vincere la competizione della preferenza tra panettone e pandoro, sulla base del gradimento dimostrato nel Natale scorso tra le varie versioni dei due dolci, è - dice l'associazione - il panettone nella versione classica (37.092 tonnellate prodotte per un valore di 245 milioni di euro) seguito dal pandoro in versione classica (32.500 tonnellate per un valore di euro 226 milioni di euro). Si sottolinea comunque che anche le novità non hanno deluso con i panettoni e i pandori cosiddetti "speciali" con oltre il +3,5% per il panettone e oltre il 6% per il pandoro.
Bene anche il trend dei prodotti senza canditi con il +2%.

"Anche quest'anno - afferma il direttore di Aidepi Mario Piccialuti - invitiamo i consumatori a fare attenzione all'etichetta dei prodotti tipici del Natale, panettone e pandoro, che, ormai da oltre 10 anni, vantano la denominazione riservata. Per potersi chiamare così - spiega - devono rispettare un rigido decreto fortemente voluto dalle aziende italiane che ha fissato gli ingredienti, solo burro, 16% nel panettone e 20% nel pandoro sono i minimi di legge, e nessun altro grasso". "Ma bisogna stare attenti - conclude Mario Piccialuti - anche ai prodotti che pur non impiegando le denominazioni riservate, utilizzano le forme tipiche e le modalità di presentazione caratteristiche dei prodotti tutelati senza rispettarne le regole di composizione previste dalla normativa, non viene quindi protetta solo la ricetta ma anche la forma del prodotto e il posizionamento sullo scaffale del rivenditore.

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