(ANSA) - VICENZA - "Ai giovani che studiano per diventare chef consiglio di appassionarsi veramente alla materia, di andare in profondità e di non fermarsi ai finti cuochi, cercando di capire il senso che li anima": Massimiliano Alajmo, chef tristellato delle Calandre di Sarmeola di Rubano, non nasconde, parlando all'ANSA, la sua scarsa simpatia per i cuochi 'televisivi'. Alajmo partecipa a Creazzo (Vicenza), in qualità di insegnante, alla settima edizione del Master della Cucina Italiana, organizzato dalla Confcommercio.
"La televisione è un mezzo - spiega - bisogna vedere l'uso che se ne fa, io mi occupo di altro. Di certo quello di tv e network non deve essere considerato solo un palcoscenico. Indubbiamente ci sono manifestazioni ed eventi che mettono in primo piano la cucina, ma in diversi casi siamo ben lontani dall'operatività vera".
Oltre a non farsi tentare dalla fama da teleschermo, Alajmo ha altri suggerimenti da dare agli aspiranti chef. "Quando si è giovani ogni esperienza è importante - dice - sicuramente quella di trasferirsi all'estero è una cosa straordinaria, perché si creano delle relazioni e delle connessioni fondamentali. Inoltre andando fuori si capisce meglio anche il nostro Paese, si riesce ad essere ancora più italiani".
Il creatore, con il fratello Raffaele, del successo delle Calandre non ama neppure le classifiche internazionali sulle migliori cucine. "Non credo ci siano le possibilità e le modalità di dire quale è la prima in assoluto - ribatte -. Anzi credo sia il caso di finirla di stilare classifiche di merito, più giusto e utile a mio parere condividere le varie esperienze e confrontarsi".(ANSA).
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