(ANSA) - ROMA - Quando il Chianti scavalla verso il Valdarno incontra i paesaggi ritratti da Leonardo, il genio da Vinci di cui quest'anno si celebra il 500mo anniversario dalla morte. E oggi trova una visione del futuro delle lavorazioni in cantina, la conduzione e gestione per singoli vigneti e un gran recupero delle vigne vecchie. Così Luca Sanjust, storico dell'arte, cofondatore della Doc toscana Valdarno di Sopra, e patron di Petrolo descrive la sua azienda vinicola biologica, pluripremiata dalle guide enologiche, con cantina del 18/mo secolo, in un incontro a Roma promosso con Luca Gardini, Miglior Sommelier del Mondo nel 2010, nonché curatore della classifica The Winesider Best Italian Wine Awards insieme ad Andrea Grignaffini. L'occasione è data dalla presentazione di una microproduzione di Trebbiano, il Bòggina B: "è un vino vero, non filtrato per esprimere il tipico sentore di queste uve che - sottolinea il barone-vignaiolo - hanno radici storiche in Toscana, al punto che anche Dante ne parla e il Trebbiano è una icona del cammino dei pellegrini.
Petrolo è un'azienda storica a conduzione biologica da sempre, con 31 ettari di proprietà per una produzione media di 90mila bottiglie. ''Da noi - rivendica poi con orgoglio - i Medici facevano il vino'' come attesta il bando granducale con cui Cosimo III de' Medici dichiarò l'area del Valdarno di Sopra ''da tutelare e regolamentare per salvaguardare la qualità dei prodotti. Per essere contadino devi avere mani e cuore gentile perché il vino è sempre vino'' è il mantra di Sanjust che tuttora pratica la microssigenazione nelle grandi botti: ''così riesco a sentire la buccia e l'anima del Sangiovese, la sua essenza di uva selvatica''.(ANSA).
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