TRENTO - Ad inizio dicembre 2018 il raccolto consuntivo delle mele è risultato leggermente superiore a quanto stimato in agosto (2.264.081 tonnellate contro 2.199.526), ma la quantità a disposizione per il mercato fresco si ferma a 1.954.736 tonnellate, cifra inferiore alla media degli anni precedenti.
Lo rende noto Assomela precisando che si ritorna dunque ad una produzione regolare per l'Italia, dopo quella anomala dello scorso anno, con una quota destinata alla trasformazione di circa il 14% (invece del fisiologico 10-12%), dal momento che alcune aree sono state colpite da forti grandinate o dagli effetti della siccità.
L'Alto Adige fa registrare una produzione inferiore alla media, mentre per il Trentino il raccolto è particolarmente importante. Cresce in maniera evidente la produzione del Piemonte, dove i meleti hanno sostituito negli ultimi anni impianti di kiwi e drupacee.
Dal punto di vista della varietà, si registra un calo o una stabilità di quelle tradizionali (Golden e Fuji), ed un aumento deciso delle nuove che sfiorano le 150.000 tonnellate.
In generale, la qualità dei frutti in termini di gusto, calibro e colorazione è molto buona.
Al 1/o gennaio 2019 le giacenze di mele in Italia ammontavano a 1.328.850 tonnellate, in linea con la media delle annate precedenti, con un decumulo regolare che porta le vendite ad un totale dall'inizio della stagione di 625.886 tonnellate.
Assomela evidenzia anche in questa annata un buon trend delle varietà più recenti, mentre quelle più tradizionali incontrano più difficoltà a mantenere le tradizionali quote di mercato.
Assomela s.c. è il consorzio delle organizzazioni di produttori italiani di mele, a cui si associano le OP VOG (Marlene), VIP, VOG Products e il Consorzio FROM della Provincia di Bolzano, Melinda, "la Trentina" e Mezzacorona della Provincia di Trento, Nord Est della Regione Veneto, Melapiù della Regione Emilia Romagna, Rivoira e Lagnasco della Regione Piemonte, Friulfruct del Friuli Venezia Giulia e Melavì della Regione Lombardia.
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