(ANSA) - ROMA, 31 GEN - "Almeno sette specie di uccelli in cattivo stato di conservazione, e in alcuni casi a rischio globale, sono state oggetto di una lunga stagione di abbattimenti, con pochissime accortezze assunte dalle regioni.
Un fatto che tradisce la deriva filovenatoria, non più accettabile, di chi amministra la materia in Italia". Lo dichiara la Lipu-BirdLife Italia nel giorno di chiusura della stagione venatoria 2018/19, che è partita con le preaperture di settembre e avrà una coda di 10 giorni in alcune regioni.
"I calendari venatori non hanno fatto sconti a specie come la coturnice, la tortora selvatica, la pavoncella, il tordo sassello e il moriglione, che la lista rossa dell'Iucn classifica come minacciate globalmente. Nemmeno l'allodola e la pernice bianca hanno avuto sorte migliore: due specie che soffrono di una profonda crisi dei rispettivi habitat (agricoli e di montagna), ma sulle quali insiste tuttora una pressione venatoria insostenibile".
"Nessuna o pochissime accortezze sono state assunte dagli assessorati regionali alla caccia e all'agricoltura, ai quali è oggi assegnata la competenza. Quest'ultimo è uno dei più seri problemi: la tutela della specie è affidata agli uffici "venatori" e così messa in subordine rispetto all'interesse dei cacciatori. E' tempo che l'architettura gestionale della materia venatoria sia ricondotta nell'ambito costituzionalmente e tecnicamente opportuno. A livello regionale la competenza deve passare agli Assessorati all'Ambiente, ma il ragionamento va esteso anche a livello nazionale". (ANSA).
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