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Le chef esempio vincente di determinazione nel lavoro

ROMA - L'Italia ha il primato mondiale dei ristoranti stellati guidati da donne, ben 41 sui 169 selezionati dalla guida Michelin. Ma esiste una consapevolezza sul valore della cucina al femminile? Ed è possibile riconoscere la mano di una chef in un piatto dell'alta ristorazione? Esiste un tetto di cristallo che frena la carriera in rosa? Su questi temi si sono confrontate, in occasione dell'assegnazione del Premio Michelin Chef Donna 2019 by Veuve Clicquot a Martina Caruso del ristorante Signum a Salina e in vista dell'8 marzo, le 16 chef che fanno parte dell'Atelier des Grandes Dames, network nato nel 2016 per far emergere e sostenere tutte le potenzialità del talento femminile nell'alta ristorazione. facendo sistema nell'enogastronomia.

Caterina Ceraudo del Dattilo di Strongoli, in Calabria, è stata la prima a ricevere il premio Chef Donna: ''il premio - ha detto - ha svelato ai più una realtà nascosta, anzi due: la cucina calabrese e la qualità professionale del genere femminile. Nella mia terra la cucina familiare, casalinga, è associata alle donne, ma non ancora il ruolo professionale. Col premio è cambiato tutto e ora, pur essendo giovane, sono da esempio per le nuove generazioni''. Per la triestina Antonia Klugmann, chef de L'Argine a Vencò a Dolegna del Collio (Gorizia), ''la differenza di genere si misura nelle relazioni e nell'energia. Ma la parità passa attraverso le pari opportunità che siamo noi a crearci col nostro lavoro. L'affermazione nel mondo lavorativo è il modo migliore per una donna per mostrare di esistere. La cucina è anche lo spazio delle nostre libertà: non è con l'aspetto fisico che si conquistano i clienti ma con la qualità di un piatto''.

La giovanissima Solaika Marrocco, un talento under 30 al Primo Restaurant di Lecce, tira fuori il carattere: ''con uno sguardo dico tutto, posso così rimproverare ma anche rincuorare. E' fondamentale l'empatia nella squadra e le donne alla guida di una brigata di cucina sono più predisposte al dialogo e alla condivisione. Ma qualunque ambiente di lavoro è più sano se c'è varietà. Mi auguro che i colleghi maschi assumano più donne, senza paura che la prima possa rompere le relazioni al maschile. E che dopo la prima new entry donna ne seguano altre in brigata''.

Mamma e chef al ristorante stellato "I Salotti" del Patriarca di Chianciano Terme, Katia Maccari svela la ricetta del successo femminile: ''quando mi sveglio ho già pianificato gran parte della giornata, nessuna improvvisazione in almeno l'80% delle attività''.

Determinazione e capacità di far fronte alle emergenze e contrattempi sono gli ingredienti della grinta di Martina Caruso che a 29 anni tiene testa a una brigata di dieci colleghi ancor più giovani e si fa valere coi pescatori di Salina.(ANSA).

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