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Pasqua non decolla, tardano vendite di colombe e uova

Scricchiola, con l'emergenza coronavirus, quest'anno in Italia il mercato delle colombe di Pasqua, uova di cioccolato e ovetti. A una dozzina di giorni dalla ricorrenza le 40 industrie, associate a Unione italiana food, stimano un calo del 30-40 per cento di fatturato, che viaggia a 435 milioni di euro, con possibili ricadute anche occupazionali.

Nel dettaglio la produzione di uova di cioccolato e ovetti in Italia riguarda 31.207 tonnellate di prodotto per un fatturato di circa 275 milioni di euro. Mentre quello delle colombe pasquali tocca quasi le 23.000 tonnellate per un valore di circa 160 milioni di euro. Non va bene neppure per la produzione artigianale, rimasta al palo per la chiusura dei bar e delle pasticcerie.

Non tutti i giochi sono finiti e il settore trova un assist nella campagna delle politiche agroalimentari con la ministra Teresa Bellanova che ha lanciato, tramite videomessaggio su Facebook,

"#iononrinuncioalletradizioni. Anche a Tavola" con un appello alla grande distribuzione (Gdo) e ai negozi di alimentari affinché assicurino i prodotti della tradizione pasquale. Quest'anno "c'è meno disponibilità - sostiene Unione italiana Food - a ospitare nei supermercati i bancali dei prodotti della festa di Pasqua per la norma di distanziamento nei supermercati, che impone di lasciare più spazi aperti per il transito delle persone".

A tutto questo va aggiunto il disorientamento e le preoccupazioni del consumatore per una Pasqua tutta da passare tra le mura domestiche, senza pranzo al ristorante o la tradizionale gita di Pasquetta. Ne risulta una temuta frenata o annullamento degli ordini in vista delle festività che vede le aziende industriali dolciarie fare i conti con un magazzino pieno, o quasi e gli artigiani del dolce pasquale costretti a fermare la loro attività.

Mario Piccialuti, direttore generale di Unione Italiana Food, "chiede invece alla Gdo massima sensibilità e si augura che in questa situazione vogliano essere al fianco delle aziende, a volte anche molto piccole che lavorano soprattutto in queste settimane".

Sul fronte produttivo sperano intanto in un risveglio del consumo con l'avvicinarsi della festa, anche se al momento i dati di mercato sono negativi. E chi produce solo dolci della ricorrenza, tra i quali i marchi storici del dolciario made in Italy, rischia la perdita di metà fatturato. Tra le testimonianze quella dell'amministratore delegato dell'azienda dolciaria Maina Marco Brandani che dice che "confrontandoci agli ultimi otto giorni abbiamo registrato perdite intorno al 40% nella vendita dei prodotti da forno. Speriamo in un risveglio dei consumi, in prossimità della festa, anche come significato al ritorno alla normalità".

"La situazione - commenta invece il direttore commerciale di Paluani Gianluca Cazzulo non è rosea. Abbiamo ricevuto annullamenti di ordini e stiamo registrando perdite intorno al 20-25%". Per la festa della Pasqua infine non mancano problematiche legate all'aspetto produttivo agricolo e zootecnico. Sono ferme le prenotazioni, in particolare per le carni ovine e di capretto che si mangiano perlopiù al ristorante, ma che ora sono chiusi come ricorda Confagricoltura.

Il solo segnale positivo è invece registrato, segnala Coldiretti, per le "uova vere", che con un recente incremento di acquisti del 45% battono quelle di cioccolata. Un risultato spiegato dal fatto che in questo periodo si deve restare più a casa, fra pastiere e casatiello, per il coronavirus e dunque si sta più in cucina.

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