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Slow Food presenta programma con Fao su patrimonio agricolo mondiale

ROMA (ITALPRESS) – La ricostruzione post-pandemia offre l’opportunità di cambiare rotta e di investire in un sistema alimentare globale resiliente agli shock futuri, promuovendo un’agricoltura sostenibile e diversificata, capace di determinare una crescita sostenibile e proteggere le risorse naturali. Ma abbiamo un chiaro modello di sviluppo per il futuro? La risposta a questa domanda ha

ROMA (ITALPRESS) - La ricostruzione post-pandemia offre l'opportunità di cambiare rotta e di investire in un sistema alimentare globale resiliente agli shock futuri, promuovendo un'agricoltura sostenibile e diversificata, capace di determinare una crescita sostenibile e proteggere le risorse naturali. Ma abbiamo un chiaro modello di sviluppo per il futuro? La risposta a questa domanda ha preso forma nel corso di un convegno online nell'ambito di Terra Madre Salone del Gusto per illustrare gli obiettivi e le potenzialità del Programma GIAHS della FAO, a seguito della collaborazione che ha preso vita con Slow Food nell'ambito del progetto Building capacity: corso internazionale avanzato applicativo su GIAHS (Globally Important Agricultural Heritage Systems) finanziato dall'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) e che vede coinvolto il Dipartimento di scienze e tecnologie agrarie, alimentari, ambientali e forestali (DAGRI) dell'Università di Firenze in qualità di soggetto attuatore e Polo Universitario città di Prato (PIN) in qualità di partner.
«Siamo di fronte al fallimento dell'agricoltura intensiva e industriale» ha affermato Mauro Agnoletti, Presidente del Comitato Scientifico FAO GIAHS (SAG) e coordinatore scientifico del progetto Building capacity: corso internazionale avanzato applicativo su GIAHS. «L'agricoltura tradizionale presenta input e output a livello energetico e di emissioni di carbonio che la rendono più efficiente rispetto ai sistemi agricoli industriali, i quali possono avere rese maggiori ma richiedono anche maggiore energia. E' quindi più sostenibile in termini di impatto ambientale. Nel continente europeo rileviamo un calo delle superfici coltivate, perchè molti agricoltori abbandonano le zone rurali. Di conseguenza abbiamo una riduzione della diversità nel paesaggio. Questo porta effetti negativi non solo da un punto di vista estetico ma anche politico e sociale. La biodiversità è un processo storico, e il paesaggio è il risultato degli effetti ambientali espressi insieme ai valori culturali attraverso la forma del territorio. Questo è un valore da tener presente quando si parla di qualità».
(ITALPRESS).

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