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Sugar Tax, Uila “Abolire tassa sbagliata e inutile”

PARMA (ITALPRESS) – “Non c’è nessun motivo valido per confermare l’entrata in vigore della “sugar tax” a partire dal 1° gennaio 2022. La Uila conferma la propria contrarietà a questa imposta e ne richiede la immediata abolizione perchè in un momento storico in cui il mondo pensa a come ridare slancio alle imprese e garantire

PARMA (ITALPRESS) - "Non c'è nessun motivo valido per confermare l'entrata in vigore della "sugar tax" a partire dal 1° gennaio 2022. La Uila conferma la propria contrarietà a questa imposta e ne richiede la immediata abolizione perchè in un momento storico in cui il mondo pensa a come ridare slancio alle imprese e garantire certezze di reddito ai diversi operatori economici, la "sugar tax" provocherà un nuovo tsunami sia per le imprese che per i lavoratori". Così Stefano Mantegazza, segretario generale Uila-Uil, nel suo intervento, oggi a Parma, al convegno "La filiera delle bevande analcoliche, rischi e opportunità", organizzato nell'ambito della Fiera Cibus, da Assobibe e Confagricoltura.
"A conti fatti - spiega Mantegazza - questa nuova tassazione produrrà un aumento del gettito pari all'Iva in meno che lo stato incasserà a causa della riduzione consumi, causando al tempo stesso la perdita del posto di lavoro di oltre 5mila occupati che, non solo andranno ricollocati, ma peseranno, fino a quel momento, sulle casse dello stato per tutti gli aspetti relativi agli ammortizzatori sociali".
"La sugar tax - aggiunge Mantegazza - che riguarda tutte le bevande a gusto dolce, anche quelle con altri edulcoranti oltre allo zucchero, metterà in crisi migliaia di aziende, soprattutto piccole e medie che saranno costrette a riconvertirsi, se ci riusciranno, colpendo in particolare il settore ortofrutticolo".
"La Uila - ha concluso il segretario generale - è, quindi, pronta a intraprendere tutte le iniziative necessarie per convincere il governo a trovare le risorse, nella prossima legge di stabilità, per poterla cancellare definitivamente. Una scelta che andrebbe fatta anche in ragione del fallimento registrato, in termini di educazione alimentare, in altri paesi che hanno introdotto imposte simili".
(ITALPRESS).

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