MARSALA (TRAPANI) (ITALPRESS) - "L'Agricoltura coltiva il sale" è il nome dell'evento che si è tenuto a Marsala, nel trapanese, in contrada Ettore e Infersa, presso la riserva naturale Isola dello Stagnone. Il progetto, a cura di Confagricoltura, mira alla valorizzazione della salicoltura delle saline marine d'Italia, e nasce con il coordinamento tra imprenditori agricoli e della produzione del sale marino italiani. Il primo obiettivo è quello di dimostrare che la coltivazione del sale marino è assimilata all'attività agricola, dando così riconoscimento ad un comparto che opera nella salvaguardia del territorio, dell'ambiente e dell'ecosistema producendo un elemento naturale di grande valore nutrizionale.
Una giornata di visite guidate alle saline Sosalt nella fascia costiera tra Trapani e Marsala, con mille ettari in produzione e tutte le fasi di trasformazione e impacchettamento del sale; a Isola Longa, emblema della biodiversità nella Riserva dello Stagnone, alla salina Culcasi con il Museo del Sale, e a Ettore e Infersa, che ha ospitato il convegno con enti e istituzioni.
"Partiamo da Roma, dal 27 settembre, quando si è costituita un'associazione temporanea di scopo tra la Confagricoltura nazionale e le aziende che fanno salicoltura in Italia", dichiara all'Italpress Rosario Marchese Ragona, presidente Confagricoltura Sicilia, aggiungendo: "La prima tappa è proprio Marsala con le saline che abbiamo in questo meraviglioso territorio. L'obiettivo è quello di inquadrare la coltivazione del sale tra le attività similabili all'agricoltura".
Dopo i saluti del presidente di Confagricoltura Sicilia, Rosario Marchese Ragona e delle autorità locali, hanno illustrato l'iniziativa il capo progetto Ciro Zeno; il presidente e AD di Sosalt, Giacomo D'Alì Staiti e l'amministratore delegato della Salina Isola Longa, Piero Galli. L'assessore all'agricoltura della Regione Sicilia, Luca Sammartino, ha evidenziato in un videomessaggio l'importanza del progetto e la necessità di valorizzare il comparto della salicoltura marina, che in Sicilia rappresenta uno pezzo di rilievo dell'economia locale. Dario Cartabellotta, dirigente generale della Regione, ha confermato la piena condivisione degli obiettivi del coordinamento.
Vale la pena evidenziare che dal 2019 la Francia ha inserito la "saliculture" nelle attività agricole nazionali attraverso la modifica del Codice rurale e della pesca marittima. In Sicilia, poi, il piano di gestione delle Saline di Trapani e Marsala fa già rientrare la salicoltura tra le attività agroforestali.
"Questa è la prima tappa di un percorso già avviato da qualche anno e che ha avuto il culmine in Confagricoltura a Roma", dichiara all'Italpress Sandro Gambuzza, vicepresidente nazionale Confagricoltura, aggiungendo: "Le saline italiane, insieme a Confagricoltura, hanno colto la sfida della valorizzazione, in particolare con due obiettivi fondamentali: considerare questo comparto come un comparto agricolo da una parte, dall'altra quindi di rendere fruibili dal punto di vista turistico questi scrigni di biodiversità".
"Confagricoltura - sottolinea Gambuzza - detiene la massima rappresentanza nelle attività di coltivazione del suolo e dell'acqua, come l'acquacoltura, e tra queste non può che accogliere la salicoltura marina. Ecco perchè abbiamo deciso di essere protagonisti di questa iniziativa, che darebbe un riconoscimento concreto a un comparto che opera nella salvaguardia del territorio, dell'ambiente e dell'ecosistema, producendo un elemento naturale di grande valore nutrizionale e anche economico".
In Italia sono presenti oltre 10 mila ettari di saline marine, con una produzione annua di 1,2 milioni di tonnellate di sale (corrisponde a poco meno del 30% della produzione totale), per un valore di oltre 60 milioni di euro.
In Europa la produzione di sale marino è circa il 10% della produzione di sale totale. I principali Paesi "coltivatori" di sale marino nella UE sono Francia e Italia, seguiti da Spagna e Grecia.
Le conclusioni sono state affidate al vicepresidente nazionale di Confagricoltura, Sandro Gambuzza.
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