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'Genesi', alla Venaria Reale le foto di Sebastiao Salgado

TORINO - Dopo le recenti mostre di Steve McCurry e Peter Lindbergh, alla Reggia di Venaria Reale approda una nuova grande esposizione di fotografia. Protagonista è Sebastiao Salgado, il più importante autore documentario del nostro tempo, con il suo progetto 'Genesi', dal 22 marzo al 16 settembre nelle Sale dei Paggi.
Dopo aver documentato conflitti, carestie, migrazioni nei cinque continenti, il fotografo brasiliano nel 2003 si è messo in cammino per raggiungere gli angoli più remoti e incontaminati del Pianeta. Un viaggio durato dieci anni da cui nasce un'opera antologica esposta in decine di Paesi. La mostra, curata dalla moglie Lélia su progetto di Contrasto e Amazonas Images, è il risultato di 32 spedizioni, a piedi, in ultraleggero, perfino in pallone aerostatico, che conducono Salgado in Nuova Guinea e nel Sahara, nella tundra siberiana e in Amazzonia.
Davanti all'obiettivo ci sono le tribù indigene che vivono nella foresta e gli animali di cui il fotografo realizza splendidi ritratti. Con la stessa solennità, valorizzata dal bianco e nero che caratterizza tutta la sua produzione, si avvicina tanto a un soggetto umano quanto a un elefante della savana, a un leone marino in Antartide o a un rettile gigante della Papua occidentale.
Dai ghiacciai alle montagne dell'America, del Cile e della Siberia fino ai deserti africani, lo sguardo di Salgado non è solo di chi vuole raccontare, ma di chi prende posizione a difesa della natura e del patrimonio che ci circonda. Un richiamo diventato una missione per Sebastiao e Léila, che nel '98 hanno fondato l'Instituto Terra per piantare 17 mila acri di foresta nello stato del Minas Gerais. In armonia con lo spirito di Genesi, che come dice lo stesso autore è "un'ode visiva alla bellezza e alla fragilità della Terra".

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