Sabato 05 Ottobre 2024

Girotonno: uno sportello linguistico per il Tabarchino

Girotonno: uno sportello linguistico per il Tabarchino - © ANSA
Girotonno: uno sportello linguistico per il Tabarchino - © ANSA
Girotonno: uno sportello linguistico per il Tabarchino - © ANSA
Girotonno: uno sportello linguistico per il Tabarchino - © ANSA
Girotonno: uno sportello linguistico per il Tabarchino - © ANSA
Girotonno: uno sportello linguistico per il Tabarchino - © ANSA

CARLOFORTE - Assieme a Calasetta, Carloforte è l'ultima comunità dove si parla tabarchino. E la tenuta della parlata locale è alta su tutti i registri. "Il tabarchino, variante del ligure coloniale, non rappresenta la fossile testimonianza di una lingua arcaica, ma l'esempio concreto di una lingua locale viva e in costante evoluzione", spiega Andrea Luxoro, responsabile dello Sportello linguistico tabarchino, gestito dall'Asuciasiun cultürole tabarchia. Realtà fortemente voluta dalla nuova Giunta guidata da Tore Puggioni.

"Lingua non solo come strumento di comunicazione ma manifestazione evidente di una cultura singolare che caratterizza in maniera inconfondibile le comunità tabarchine della Sardegna", mette in rilievo Aureliana Curcio, assessora comunale alla Cultura e Turismo. Pertanto, si candida ad attrattiva turistica al pari delle bellezze naturalistiche e del patrimonio enogastronomico, nell'ottica di un turismo sostenibile e di qualità per l'isola di San Pietro.

Gli obiettivi dello Sportello? "La salvaguardia e la valorizzazione del tabarchino - dice convinto Luxoro - Nello specifico si occupa di sostenere l'amministrazione comunale per quanto riguarda le tematiche linguistiche, di supportare studenti universitari e studiosi, offre un servizio di traduzione e consulenza toponomastica. Si propone anche di divulgare con capillarità le norme ortografiche e grammaticali del tabarchino, attraversi corsi di primo livello".

"U Pàize", ossia "il Paese" in tabarchino rappresenta ancora un enclave ligure in Sardegna, non solo per la lingua e la cultura delle famiglie di pescatori originarie di Pegli (Genova) e di Tabarka (Tunisia), che furono i fondatori della città nel 1738. In quell'anno, infatti, i tabarchini provenienti da Pegli ottennero dal re Carlo Emanuele III il permesso di colonizzare l'isola di San Pietro. Nacque così il primo insediamento a Carloforte.

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