Sabato 05 Ottobre 2024

Ad Asolo 'La stanze di Freya Stark'

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ASOLO (TREVISO) - Sono trascorsi 25 anni dalla morte della viaggiatrice, esploratrice e scrittrice di origine inglese Freya Stark, che scelse Asolo, nel trevigiano, come propria patria d'elezione e che nel borgo morì all'età di cento anni. In occasione di questa ricorrenza il Comune e il Museo di Asolo le rendono omaggio con una sezione espositiva permanente, "La stanza di Freya", realizzata grazie alla donazione di Anna Modugno, assistente personale della Stark nell'ultimo periodo della sua vita. Sarà inaugurata sabato 12 maggio alle 16.
    "Freya Stark, - sottolinea Mauro Migliorini, sindaco di Asolo - assieme ad altre due grandi donne che Asolo ha avuto l'onore e il piacere di accogliere, la Regina Caterina Cornaro e la 'divina' Eleonora Duse, ha saputo dare al borgo un impulso culturale importante, favorendo l'attenzione internazionale su di esso". Annamaria Orsini, curatrice de "La stanza di Freya" ricorda che sono trascorsi 25 anni da quando Dame Freya, il 9 maggio del 1993, "ha cessato di vivere nella sua 'gentile' Asolo e oggi, ancora una volta, ella dischiude la porta della sua stanza e ci invita a compiere un viaggio; a intraprendere un cammino; a entrare in una narrazione. Una narrazione che guardando al passato segna l'attualità di una vita straordinaria e fornisce, alle nuove generazioni, un exemplum e un riferimento all'interno di un luogo - il Museo Civico - visto come testimonianza di storia e di cultura ma anche come presenza vivificatrice".
    Stark è riconosciuta per i viaggi in Medio Oriente e per essersi occupata anche di cartografia e archeologia, lavorando durante la Seconda Guerra mondiale per il governo britannico. Ad ogni suo viaggio fece seguire articoli e libri attraverso i quali condividere con i lettori occidentali il suo sguardo su un mondo misterioso e affascinante, scrivendo pagine di viaggi vivaci e appassionati: dai racconti di Baghdad Sketches a The Valleys of the Assassins nel 1934, passando per oltre venti opere e concludendo con il volume fotografico Rivers of Time nel 1982. Fu soprattutto una donna che non si lasciò influenzare dagli stereotipi e dalle convenzioni della propria epoca: non si fece condizionare dal suo viso segnato da una profonda cicatrice dovuta ad un incidente d'infanzia, studiò in modo approfondito la storia, le lingue (ne parlava una decina), la letteratura, seppe raggiungere una propria indipendenza economica e viaggiò sempre da sola, confidando nelle capacità delle guide locali, nell'appoggio dei diplomatici inglesi e dei potentati dei Paesi visitati, condividendo le abitudini della gente che la ospitava.
   

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