NAPOLI - Dall'Erta Ale conosciuto come la porta dell'inferno, uno dei vulcani più attivi in Etiopia, al Monte Fuji ricoperto di neve, bellezza paesaggistica tra le più rinomate del Giappone. E ancora, dalla 'perla di Java' in Indonesia al complesso dell'Etna con le sue lingue di fuoco passando, naturalmente, per il Vesuvio, terra fertile e ricca di vigneti con le sue caratteristiche fumarole. E' lungo l'itinerario di Gino Ambrosio, giramondo per passione da sempre attratto dalla maestosità della terra e soprattutto dagli spettacoli che regalano i vulcani. Lui, viaggiatore senza paura, ne ha scalati e visitati in ogni angolo della terra e immortalato in un clic le immagini più suggestive ed espressive di paesaggi, nature e volti umani. Un centinaio di questi scatti faranno parte della mostra fotografica e multimediale 'Viaggio tra i vulcani del pianeta', patrocinata tra gli altri dal Mibact, Istituto di Geofisica e Vulcanologia e dalla Regione Sicilia e Campania, in esposizione alla Reggia borbonica di Portici (Napoli) dal 22 al 31 maggio 2018 ad ingresso libero.
L'evento sarà presentato in conferenza stampa venerdì 18 maggio alle 10.30 in Villa Campolieto a Ercolano con al tavolo l'autore delle foto, rappresentanti delle istituzioni, del mondo scientifico e culturale. Immagini cariche di potenza e mistero, dove talvolta uomo e natura si fondono in un connubio inscindibile. Volti di giovani uomini solcati da rughe per il troppo caldo e la eccessiva fatica del lavoro nelle terre dell'estremo Oriente. Ma anche paesaggi incontaminati, quasi dei quadretti idilliaci, dove spiccano i vulcani delle terre del Nord Europa baciate dal sole o quelli del Centro America caratterizzati da riserve naturali e vulcani attivi. Risultati strabilianti, quasi magici, capaci di catturare l'attenzione anche di chi, in maniera distratta, si avvicina per la prima volta all'arte fotografica. Accanto alle foto, anche un'installazione multimediale in 3D raffigurante il Vesuvio. La mostra è promossa dall'associazione culturale 'Oronero dalle scritture del fuoco', che con questo evento parte dal Vesuvio e inizia il suo lungo cammino per promuovere l'incontro con altri popoli e tutte le possibili relazioni e le forme di simbiosi che nel corso del tempo essi hanno sviluppato con il 'Vulcano'. Un viaggio attraverso immagini che creano una rete di relazioni per dar vita a un villaggio universale come luogo di incontro di culture, di dibattiti, di confronto, di creatività, di cooperazione, di scambio, uno spazio dove celebrare il sapere degli uomini, la cultura dei popoli, la loro diversità. A tal proposito, tenuto conto che Mibact e Mipaaf hanno decretato il 2018 anno del cibo italiano nel mondo, la mostra si inserisce a pieno titolo nel calendario di avvenimenti per celebrare la straordinarietà del cibo e della cultura enogastronomica italiana e dar vita durante il periodo dell'esposizione a iniziative mirate come degustazioni di prodotti di eccellenza del Vesuvio, dibattiti. Il 18 maggio a Villa Campolieto vi sarà anche una degustazione culinaria con prodotti tipici del Vesuvio. Il presidente di Oronero, Carmine Maione dice: "Oronero rappresenta il villaggio universale dei popoli e delle aree vulcaniche emerse e sommerse del pianeta e partendo dal Vesuvio e dall'Etna iniziamo il nostro viaggio per incontrare popoli e valorizzare i beni culturali, il patrimonio artistico, il cibo, la biodiversità e la cultura in ogni sua forma". Non è un caso che per la presentazione dell'evento e per la mostra siano state scelte le sedi rispettivamente della settecentesca Villa Campolieto e della Reggia di Portici.
Villa Campolieto, progettata dall'architetto Luigi Vanvitelli e oggi sede della Fondazione Ente per le Ville Vesuviane, è una splendida dimora del Miglio d'Oro la strada caratteristica per i giardini ricchi di pometi. A metà del Settecento re Carlo di Borbone, affascinato dall'amenità dei questi luoghi, decise di costruire a pochi metri la sua residenza, la Reggia di Portici.
L'idea di 'unire' virtualmente la Villa e la Reggia borbonica rappresenta un tentativo di tenere insieme e rilanciare due attrattori culturali e turistici tra i più importanti del territorio vesuviano. (ANSA).
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