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Italie Invisibili tornano alla luce

NOTO - Riporta alla luce e rievoca come in tanti ritratti, territori, strade e confini che non esistono più, ma che sono stati nel passato luoghi straordinari per l'arte, la cultura, la storia e le bellezze naturalistiche del nostro paese.

    E il paesaggio il protagonista della nuova stagione di Italie Invisibili: la produzione originale in onda dal 24 maggio, ogni giovedì alle 21.15 su Sky Arte HD. In una mescolanza di passato, presente e futuro, ogni episodio della serie, giunta alla sua terza edizione conduce lo spettatore alla scoperta di questi luoghi evocativi e spesso dimenticati. Protagonisti di questa stagione saranno: Vallo di Noto, La signoria episcopale della Riviera d'Orta, La Contea del Tirolo e Il porto imperiale di Trieste.

    Nella prima puntata, otto cittadine del Vallo di Noto che nel 2002 ottengono l'iscrizione nella World Heritage List dell'UNESCO perché rappresentano un esempio di architettura e arte tardo-barocca. La loro fortuna però deriva da un evento disastroso. Nel 1693 un terremoto ha infatti ucciso 60.000 persone, segnando una linea tra il prima e il dopo nella provincia siciliana. Tra le altre cittadine, Grammichele ed Avola, Noto, Scicli ed Ispica condividono versioni simili ma diverse di questa storia. All'indomani della tragedia, il governo spagnolo incarica Giuseppe Lanza, duca di Camastra, di prestare i primi soccorsi alla popolazione e avviare la ricostruzione. Le vecchie cittadine dall'impianto urbano spesso ancora medievale vengono in alcuni casi ricostruite ex novo, in altri edificate a breve distanza dal sito originario, in altri abbandonate per rifugiarsi in grotte sicure. Le tendenze progettuali tardo-barocche della ricostruzione alternano innovazione e tradizione: le facciate-torri netine delle chiese progettate da Rosario Gagliardi si rifanno a modelli mitteleuropei; Giovanni Battista Vaccarini, invece, riadatta la lezione romana del barocco negli edifici catanesi. I loro disegni sono resi concreti da capomastri e artigiani colti come i Gianforma che decorano, stuccano e tramandano il loro sapere.

    Le chiese ricostruite custodiscono opere sopravvissute alla distruzione, come la Madonna con il Bambino di Francesco Laurana a Noto, la pittoresca Madonna delle Milizie e la rara tela del Cristo di Burgos a Scicli, che si affiancano alla nuova committenza degli affreschi del Mistero della chiesa, realizzati da Olivio Sozzi ad Ispica. La ricostruzione in Val di Noto è uno sforzo corale di tutta la popolazione verso la modernità, che Giulio Carlo Argan ha definito "il più grandioso e il più audace che l'isola abbia mai prodotto". Le testimonianze di Pietrangelo Buttafuoco, Lucia Trigilia, Paolo Militello, Corrado Fianchino e Barbara Mancuso approfondiranno le vicende storiche del Vallo di Noto.
   

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