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Storia di un ranger, da Torino all'Africa contro i bracconieri

 

NAIROBI - Ha conosciuto l’Africa a tre anni, e a dodici l’incontro con un rinoceronte ha cambiato per sempre la sua vita. Che, da quasi trent’anni, è dedicata alla lotta al bracconaggio at-traverso tutto il Continente. E' diventata un libro la storia del ranger Davide Bomben, torinese, classe 1978, che in ‘Sulla pista degli elefanti - la mia vita in difesa dell’Africa’ (Longanesi, pp. 280, 16.90€,), racconta la sua battaglia contro l’uccisione ed il commer-cio di alcune tra le specie animali africane più a rischio. Il bracconaggio è un crimine molto attivo in diverse regioni del Continente, basti pensare, spiega Bomben, che nel “solo Sudafrica sono stati abbattuti 5.300 rinoceronti negli ultimi 5 anni”. La motiva-zione di tanto accanimento è semplice: “se un chilo di avorio può avere un valore che sfiora i 2mila€ , per le corna di rinoceronte si arriva a superare anche gli 80mila€, il doppio dell’oro ed oltre il 30% in più della cocaina”.
A colloqui con l'ANSA Bomben, che oggi si dedica soprattutto all’addestramento dei nuovi ranger con la sua Poaching Prevention Academy, ricorda come sia nata la passione per questa terra: “i miei genitori sono, da sempre, appassionati viaggiatori. Venni conce-pito durante il loro viaggio di nozze in Kenya ed a meno di 3 anni ero già in Senegal: nel-le mie vene scorre la terra d’Africa”.
C'è però un episodio che ha cambiato la sua vita: “a 12 anni mio padre mi portò nell’orfanotrofio di rinoceronti in Zimbabwe e mi fece accarezzare una rinocerontessa adulta, orfana, abituata alla presenza umana. Quando smisi di accarezzarla, l'animale si girò di scatto, mi superò e si mise davanti a me. Pensai volesse farmi del male, ma mi sbagliavo: il pachiderma si appoggiò a me con gentilezza per farsi ancora accarezzare. La commozione fu tale da farmi decidere seduta stante quale sarebbe stato il mio futuro”.
Il futuro di Bomben sarebbe diventato una 'guerra' pericolosa per salvaguar-dare la fauna africana. “Oggi gli animali bersaglio del bracconaggio sono rinoceronti, elefanti, leoni, gorilla e pangolini. I rinoceronti vengono uccisi soprattutto in Sudafrica, dove si trova la più grande popolazione africana, seguito a ruota da Namibia, Zimbabwe e Kenya che ha perso recentemente 3 rinoceronti uccisi proprio da chi dovrebbe difender-li: 3 ranger governativi. Gli elefanti vengo uccisi soprattutto in Africa centrale ed in quella orientale, dove spesso ci sono collusioni con organizzazioni terroristiche di stam-po islamista. I gorilla vengono uccisi soprattutto in Congo, i leoni sono bersaglio dei bracconieri in moltissimi paesi africani ed i pangolini, meravigliosi mammiferi con la pelle a scaglie simili agli armadilli, sono cacciati per trasformarli in zuppe in Asia”.

Chi sono gli acquirenti del racket del bracconaggio? “Sono orientali. Il Myanmar è il centro nevralgico dello smercio di avorio in Asia, la Cina il secondo. Le corna di rino-ceronte, che sono fatte di cheratina - la stessa sostanza dei nostri capelli e delle nostre unghie - sono vendute in moltissimi paesi asiatici poiché ritenute miracolose a livello medico”.

In cosa consiste il tuo lavoro? “Come capo istruttore della Poaching Prevention Aca-demy il mio compito è formare ranger di parchi e riserve: siamo presenti in 7 paesi afri-cani con ben 12 presidi attivi. Svolgiamo un triplice compito: valutiamo il rischio di bracconaggio dei parchi e delle riserve proponendo delle soluzioni; forniamo formazione ed equipaggiamenti per combattere questi criminali e offriamo personale addestrato per effettuale servizi di controllo e gestione di unità anti bracconaggio. I nostri servizi sono quasi sempre gratuiti per le riserve, poiché ci rendiamo conto che i budget per la conser-vazione non sono allineati con i prezzi di vendita delle parti animali sottratte dal brac-conaggio”.

Che tipo di stipendi percepiscono i ranger? “Diciamo che un ranger riceve dai 250 ai 400€ al mese in base al ruolo ed agli anni di servizio. Se si pensa che per ogni corno di rinoceronte consegnato un criminale può ricevere fino al 4000€ è facile capire perché ci siano ancora così tanti casi di bracconaggio in Africa. Un ranger deve lavorare almeno un per raggiungere la stessa cifra”.

Qual è la giornata tipo di un ranger? “E' abbastanza standard. In base ai turni i ran-ger possono pattugliare i perimetri di parchi e riserve oppure le carrabili. A piedi possono pattugliare per 14 km al giorno ed in auto possono coprire distanze 10 volte superiori. I momenti più difficili per noi sono i giorni prima e dopo la luna piena, quando solitamen-te i bracconieri colpiscono agevolati dalla luce lunare”.

Sei un ranger ma anche un esperto di viaggi: quali sono gli ecosistemi africani meglio conservati che consiglieresti di visitare? “In Sudafrica consiglio di visitare la riserva privata di Thornybush, adiacente al Kruger, per la ricchezza della fauna e per-ché è l’unica riserva privata della zona con guide naturalistiche parlanti italiano. Qui po-tete trovarci al Pilanesberg, parco dove formiamo i ranger governativi. In Namibia sug-gerisco una visita al centro di Naankuse dove sono protetti i licaoni ed il ghepardo (ri-spettivamente il primo ed secondo predatore africano a rischio di estinzione). Farei poi lunga sosta nelle riserve private adiacenti al parco nazionale Etosha per ammirare i ri-noceronti neri e bianchi, per poi proseguire visitando la bellezza della regione del Dama-raland, con i suoi elefanti adattati al deserto, e i deserti Namib e Kalahari. In Botswana, consiglio di visitare la riserva Limpopo-Lipadi per poi spostarsi più a Nord nella Chief Island e ammirare i rinoceronti del Delta. In Kenya va assolutamente vista la riserva nazionale di Samburu, dove siamo impegnati nell’addestramento di 200 ranger”.

Se potessi scegliere solo tre luoghi che rappresentano la tua Africa, quali in-dicheresti? “Il primo dè indubbiamente la riserva di Ongava, al confine sud con l’Etosha in Namibia, per me il luogo più bello del Mondo. Ci vado 4 volte l’anno. Il se-condo è il Tarangire in Tanzania, un parco meraviglioso, ricchissimo di animali e di pae-saggi mozzafiato. Il terzo non è un luogo ma un intero paese, il Rwanda, dimenticato il suo burrascoso passato, oggi il Rwanda è uno dei paesi più ospitali e vibranti dell’intero continente”.

Esistono dei tour o itinerari il cui costo viene poi reinvestito per contribuire ai vostri obiettivi? “Noi di PPA ed AIEA lavoriamo a stretto contatto con il tour operator il Diamante. In Sudafrica, ad esempio, raccoglie fondi per la riserva Thornybush, ed in 3 anni ha versato oltre 20mila€ alla riserva grazie ai fondi raccolti nei tour, mentre in Namibia raccoglie fondi per la conservazione di licaoni, ghepardi e rinoceronti”.

Info: https://www.poachingpreventionacademy.org/

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