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Dormire in templi a pagode, arriva un Giappone inedito per viaggiatori

GIAPPONE  - Pagode, monasteri, templi buddisti, santuari e padiglioni shintoisti fanno parte da sempre delle meraviglie più apprezzate del paesaggio giapponese: da luglio i turisti potranno non solo visitarli per poche ore ma, per la prima volta nella storia, dormirvi e immergersi per uno o più giorni nel loro fascino e ricchezza spirituali. Centinaia di antichi luoghi di culto popolati da miriadi di diverse divinità apriranno le loro porte e le loro camere da letto, finora riservate solo ai monaci, ai visitatori, grazie ad un progetto chiamato Terahaku (“stare in un tempio”), che, attraverso un motore di ricerca, consentirà di prenotare pernottamenti nei complessi sacri. “Siamo emozionati all’idea che il Terahaku potrà aiutare i turisti a fare un’esperienza profonda della cultura e della storia giapponesi”, ha spiegato alla stampa locale un rappresentante della Waqoo Co., la compagnia promotrice dell’iniziativa. La rete capillare consentirà ai viaggiatori di visitare l’intero Paese di pagoda in pagoda, di padiglione in padiglione, in un itinerario del tutto inedito.
A seconda di ogni specifico tempio, gli ospiti potranno partecipare ad esperienze culturali speciali, tra cui meditazioni, studio della narrativa buddista, lezioni di scrittura a mano dei sutra (gli insegnamenti sapienziali della tradizione buddista e induista), cerimonie dell’alba e pasti comunitari a base di shojin ryori, il tradizionale piatto vegetariano dei monaci buddisti.
Dal 19 luglio, giorno di partenza del programma, sarà possibile dormire in un centinaio di templi, tra cui il famoso Mii-dera (anche conosciuto come il tempio Onjo-ji), risalente al settimo secolo, circondato da boschi di ciliegi e considerato il più importante luogo della scuola buddista Tendai. Il tempio si affaccia tra l’altro sul più grande lago del Paese, il Biwa-ko.
I giapponesi, si sa, vanno veloci e il progetto prevede di costruire una rete di oltre mille templi nel giro di tre anni, grazie anche alla collaborazione con colossi internazionali come Booking.com e Airbnb, in grado di gestire viaggiatori da tutto il mondo. Il Terahaku è diventato possibile – si apprende dalla stampa locale - grazie ad una nuova legge introdotta a giugno in Giappone che consente di affittare per scopi turistici strutture private e religiose, prima usufruibili solo in pochissime località.

 

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