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L'incanto della nuova illuminazione del pavimento del Duomo di Siena

“In lucem veniet”, verrà alla luce, proferisce la Sibilla Cumea, rappresentata in una delle tarsie del Pavimento del Duomo di Siena che sarà rivelato, con scopertura straordinaria, dal prossimo 27 giugno. La raffigurazione della Cumea, assegnata a Giovanni di Stefano, utilizza il testo della profezia sibillina in cui il Figlio di Dio appare come il Redentore, che dopo aver sconfitto la morte, porta la salvezza al genere umano tornando alla luce della Resurrezione. Fino al 31 luglio e dal 18 agosto al 28 ottobre, il pavimento resterà dunque scoperto per la visita al pubblico, ma con una nuova modalità di lettura che illumina le tarsie del tappeto marmoreo con inediti effetti cromatici. Il pavimento splenderà così di nuova luce grazie a un progetto di Opera Civita che, insieme all’Opera della Metropolitana, nel tempo, ha contribuito alla valorizzazione del Pavimento, a renderlo noto a tutto il mondo: la “meraviglia” della città di Siena, come avevano intuito gli artisti e i viaggiatori anglosassoni. Nella stampa della fine del XIX secolo il noto tappeto marmoreo è definito infatti The Wonder of Siena, ciò che ne attesta la fama e l’apprezzamento da parte degli “stranieri” nella visione della “fermentata policromia” (Henry James). Opera Civita, per il nuovo progetto di illuminazione si è avvalsa di nuove tecnologie elaborate da HERCO con il supporto di Unità C1.
Non è tuttavia un’impressione soltanto estetica a rendere il Pavimento un unicum, ma anche i motivi filosofici e spirituali che sottendono alle immagini rappresentate. Il pavimento non è soltanto “una piccola epitome della storia dell’arte senese”, ma “una ininterrotta catena i cui anelli legano insieme, nonostante lunghi intervalli, più di cinque secoli di artefici senesi; ed è una gioia sconfinata per l’uomo intelligente e di pensiero” (Hobart Cust).
Il “percorso del sapiente”, che si diparte da Ermete Trismegisto, il fondatore della sapienza umana, si snoderà attraverso le tarsie raffiguranti i filosofi e le Sibille fino agli episodi biblici sotto la cupola in un gioco di luci e di ombre che mettono in evidenza figure e iscrizioni, segni e parole, immagini e testi poetici, “in lucem veniet”.
La sapienza degli antichi sarà così ora resa ancora più luminosa e, procedendo tarsia dopo tarsia, saremo accompagnati dalle parole del profeta Isaia a proposito dello “splendore di Gerusalemme”: “cammineranno i popoli alla tua luce”.

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