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Bologna, esordi Carracci a palazzo Fava

BOLOGNA - Era il 1584 quando il conte Filippo Fava affidò la decorazione dell'intero piano nobile del palazzo, a Bologna, ai fratelli Annibale ed Agostino Carracci e a loro cugino Ludovico: una commissione arrivata anche grazie alla fondamentale intercessione di Antonio, padre di Agostino e Annibale e sarto della famiglia Fava. Fu il primo banco di prova dei giovani artisti, che diedero saggio del loro talento realizzando il ciclo di Giasone e Medea e quello di Enea, gioielli assoluti dell'arte bolognese e italiana. Fino al 16 settembre Palazzo Fava, in via Manzoni, riapre al pubblico il piano nobile per (ri)scoprire i loro straordinari esordi, e il talento che fece della loro produzione artistica un momento fondamentale per lo sviluppo del Barocco italiano ed europeo.
    Tutti i sabati e le domeniche di luglio, alle 11, Palazzo Fava organizza un ciclo di visite guidate agli affreschi, in italiano e inglese, della durata di circa un'ora e mezza. Dalla figura mitologica di Giasone, con gli affreschi che lo storico dell'arte Roberto Longhi definì "inferiori solo alla Cappella Sistina", alle storie tratte dall'Eneide, le visite daranno modo di conoscere l'importanza dei Carracci così come dei Fava, famiglia di mecenati che giocò un ruolo fondamentale per la storia e lo sviluppo artistico di Bologna. Il Palazzo divenne luogo di studio per i giovani artisti dell'epoca, grazie ai ponteggi che consentivano loro di vedere da vicino le avventure e gli eroismi rappresentati nei fregi carracciani.
   

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