FIRENZE - I tre grandi capolavori di Leonardo da Vinci custoditi dagli Uffizi, la recentemente restaurata Adorazione dei Magi, l'Annunciazione e il Battesimo del Cristo (che l'artista realizzò insieme al Verrocchio) raccolti insieme in una sala esclusivamente dedicata al Genio di Vinci. Fino a ieri le opere stavano separate, al primo piano della galleria: l'Adorazione dei Magi, da sola in un sala, il Battesimo e l'Annunciazione, insieme, in un'altra. Ora sono 'coinquilini' dello stesso spazio, le cui pareti sono caratterizzate da una tonalità di grigio molto morbida, quasi perlacea, per esaltare "la pienezza delle forme così tipica dello stile di Leonardo", ha spiegato Schmidt inaugurando il nuovo allestimento. Lo spazio è praticamente 'dirimpettaio' di un altro scrigno di tesori superstar aperto proprio nelle ultime settimane: la stanza che accoglie insieme, ponendoli in dialogo, il Tondo doni di Michelangelo con i capolavori di Raffaello, tra i quali la Madonna del Cardellino. Con oggi si completa così il trittico delle tappe più rilevanti della rivoluzione interna agli Uffizi (oltre agli spostamenti di Leonardo, Michelangelo e Raffaello, c'è da ricordare anche l'allestimento, a inizio anno, delle nuove sale cremisi di Caravaggio, con protagonista la Medusa), annunciata due anni or sono dal direttore Eike Schmidt. Non che il risiko sia finito qua: "prossima tappa sarà l'apertura delle stanze 'veneziane', con opere di Giorgione, Tintoretto, Tiziano, Bernardo Licinio, maestro eccezionale quanto poco conosciuto", non ha perso tempo ad annunciare il direttore. "Saranno una decina, le dedicheremo ai pittori veneziani del '500 - ha spiegato - dei quali gli Uffizi hanno una delle collezioni più importanti al mondo. Accoglieranno anche alcuni capolavori che da decenni erano nei depositi: finalmente rivedranno la luce". Il tutto dovrebbe avvenire entro l'autunno; nello stesso periodo Leonardo da Vinci tornerà protagonista, perchè da ottobre, ricorda Schmidt, "come avvio delle celebrazioni per il quinto centenario della sua morte, a Firenze il 29 ottobre aprirà la mostra del Codice Leicester, di proprietà di Bill Gates, che torna in Italia dopo 34 anni". Insomma, nella 'fucina' Uffizi il lavoro non manca e non si ferma mai. Tanto che il direttore tedesco, a chi gli chiede se desideri di rimanere alla guida del museo vasariano anche oltre la scadenza del suo primo quadriennio a fine 2019 risponde con un sorriso: "di sicuro fino alla fine del 2019 posso rimanere, ora che che il Consiglio di Stato ha deciso che i direttori dei grandi musei italiani possono essere europei", dice, ricordando la sentenza con cui il supremo tribunale amministrativo ha definitivamente tolto la spada di Damocle da sopra le teste dei superdirettori stranieri delle grandi gallerie italiane. "Io sono cittadino fiorentino di nazionalità tedesca; qui in galleria c'è ancora tanto da fare, e lo farò", aggiunge. E quanto alla pronuncia, riflette Schmidt, "meglio tardi che mai. Da tre anni e mezzo non si sapeva se era possibile restare in carica: ora si sa che la normativa europea prevale e ci troviamo su un terreno molto più solido e chiaro, in pratica la base su cui i politici possono sviluppare ulteriori programmazioni per la gestione dei più importanti musei"
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