(di Daniela Giammusso)(ANSA) - ROMA, 17 LUG - AA:VV., ''L'ULTIMA'' (Zigzag I Libri, pp. 144 - 20,00 euro). ''Dov'è la spiaggia?''. Chiunque arrivi per la prima volta alla stazione di Capalbio, sceso dal treno finisce per guardarsi intorno: da un lato gli ulivi e l'oasi protetta del Lago di Burano, dall'altra una manciata di case e balconi. ''Ma la spiaggia?'', ci si chiede sotto al sole rovente della Maremma. E la risposta, non di rado, sembra quasi uno scioglilingua: ''Che spiaggia, una spiaggia o L'ultima spiaggia?''.
E invece un senso c'è. Da 30 anni esatti. A raccontarlo, è ''L'ultima'', anniversary book di foto, aneddoti, testimonianze, cartoline e poesie scritti per l'occasione dai clienti de L'ultima spiaggia che dal 1987 non è mai stata solo uno dei più gettonati stabilimenti balneari della costa tirrenica, ma soprattutto un palcoscenico privilegiato di 30 anni della nostra storia. Qui, come si riscopre sfogliando il volume edito da Zigzag I Libri - il cui ricavato andrà al Comune di Capalbio per l'avvio della biblioteca cittadina - ogni anno si sono consumati incontri e scontri della scena politica, culturale e dello spettacolo italiani. Quasi una seconda quinta della Roma ''che conta'' (con appendici milanesi) svuotata dal caldo e dalle ferie. Con la prefazione di Alberto Asor Rosa, fedelissimo cliente, e le foto di Giovanni Carità, la storia inizia con quattro amici, Valerio Burroni detto ''lo Straniero'', Marcello Cima ''Pelo'', Riccardo Manfredi ''Cedrone'' e Adalberto Sabbatini ''il Lungo''. Trovato quasi per sfinimento quel nome, L'ultima spiaggia, l'8 agosto dell'1987 i quattro aprono lo stabilimento, senza finestre e senza porte al ristorante. ''Si dormiva o si tentava di dormire con i coltelli in mano, quelli da cucina - raccontano - La mattina arrivava Anna, la moglie del Lungo che fungeva da cuoca e che prima di cucinare s'occupava di riprendere le posate da sotto i materassi''. La Capalbio intellettuale al tempo andava in altre spiagge, più verso Ansedonia. Il colpo di fortuna arriva da un casale poco distante che, un po' per scherno, porta un nome da club esclusivo: Freccia Alata. C'erano Cattaneo, Borrelli, Campione, Scalfari.
Per curiosità un giorno il club si sposta a vedere com'è il nuovo Lido e tutto cambia. ''Il primo cliente noto - ricostruisce oggi la giornalista Michela Tamburrino - porta il nome di Achille Occhetto, seguito a ruota da Petruccioli''.
Quattro assi di legno e un caffè shakerato, i quattro amici proprietari si vedono trasformare davanti agli occhi il Pci. Per la gioia dei rotocalchi (sebbene l'ingresso ai fotografi scooppisti sia bandito) negli anni seguono il seno nudo di Lilli Gruber, Cristian De Sica, Jovanotti, coppie d'oro come Francesca Neri e Claudio Amendola, lo scopone dedicato a Luigi Vigna. Una domenica di primavera tra il '92 e il '93, seduti a un tavolino, Occhetto e La Malfa chiedono ai quattro di uscire. ''Dovevano parlare''. Il giorno dopo si capì che quella chiacchierata aveva fatto cadere il Governo Goria. E ancora, il celebre ''me ne guardo bene'' di Giorgio Napolitano a chi gli chiedeva di una sua possibile salita al Colle (continuando però a venire ogni estate a tuffarsi con scorta presidenziale al seguito).
E ancora, l'evoluzione di Francesco Rutelli, da Verde a sindaco di Roma. Michelangelo Antonioni che gira l'episodio di Eros, Margherita Buy e Lucrezia Lante della Rovere che passeggiano piedi nell'acqua, Martelli che vuole una tenda mentre Paolo Mieli preferisce l'ombrellone. Negli anni passano a prendere il sole anche Dalila Di Lazzaro, Furio Colombo, Stefano Accorsi e Laetitia Casta, Pietro Taricone con Kasia Smutniak, Briatore con Naomi. E a fine agosto, quando il tempo si guasta, eccoli tutti al bar a leggere il giornale, Missiroli, Augias, Fabiano Fabiani, Urbani, Ferrara, Manfellotto, Caracciolo. A L'ultima spiaggia, anche quest'estate.
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