Lunedì 23 Dicembre 2024

Risonanza cinese, due mondi a confronto

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(di Marzia Apice) (ANSA) - ROMA, 17 LUG - Le riflessioni sulla vita, il pensiero umanistico e l'anima, declinate attraverso raffinate scene di vita quotidiana, intensi ritratti, paesaggi e vedute suggestivi, in un continuo confronto tra Oriente e Occidente: è la grande mostra "Risonanza cinese", la più ricca dedicata alla pittura a olio cinese mai allestita a Roma, che il Vittoriano ospiterà dal 19 luglio al 9 settembre. Oltre 150 tele dipinte da 62 artisti compongono un percorso affascinante che rivela al pubblico capitolino, tra armonie di colori ed eleganza nei tratti, il talento dei più rappresentativi maestri cinesi del '900: gli artisti in mostra sono stati capaci di reinterpretare la tradizione in chiave moderna e di conquistare un linguaggio dalle forme espressive nuove, comunicando sulla tela anche la loro personale visione del mondo. A cura dello storico dell'arte Claudio Strinati, del critico Nicolina Zanchi e di Zhang Zuying, direttore dell'Istituto di Pittura a olio dell'Accademia Nazionale cinese di Pittura, la mostra documenta quanto l'evoluzione pittorica in Cina sia stata influenzata dalle correnti artistiche europee, attraverso i numerosi viaggi in Occidente degli artisti e grazie agli scambi culturali tra le Accademie d'Arte già agli inizi del XX secolo.
    Ma visitando l'esposizione il pubblico potrà scoprire molto anche sulla Cina di oggi: "Risonanza cinese", infatti, focalizza l'attenzione anche sulle riforme e i cambiamenti sociali che hanno modificato il volto del Paese negli ultimi trenta anni.
    Ecco quindi che, dalla pittura, il focus si allarga a un ritratto più complessivo della Cina, una nazione che si sta trasformando con grande velocità senza dimenticare il proprio passato. Tra gli artisti presenti, anche Zhan Jian Jun (1931), Jin Shang Yi (1934), Zhang Zu Ying (1940), Luo Zhong Li (1948) e Yang Feiyun (1954), Quan Shanshi (1930), Xu Jiang (1955) e Chao Ge (1957), tutti pittori che hanno rappresentato e celebrato nelle loro opere l'incontro tra due mondi, quello orientale e quello occidentale, che seppur lontani e differenti non sono in contrapposizione. "La pittura a olio un secolo fa - spiega il curatore Claudio Strinati - voleva dire Occidente, e proprio per questo dobbiamo considerare l'assimilazione della tecnica a olio da parte degli artisti cinesi come un evento storico epocale". (ANSA).
   

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