MONTEPULCIANO- Montepulciano e Roma viste con gli occhi dei protagonisti del Grand Tour, un confronto su come ne hanno descritto gli scorci e le forme i grandi viaggiatori-artisti che hanno attraversato l'Italia alla ricerca del bello e delle tracce lasciate dalla Storia. Un racconto fatto di oltre cento tra oli, disegni, acquerelli, incisioni d'epoca riuniti fino al 7 ottobre nel Museo Civico Pinacoteca Crociani della città toscana. La mostra "Montepulciano e la città eterna. Paesaggi e vedute dall'estetica del Gran Tour alla metà del XX secolo", curata dal direttore del Museo Roberto Longi con la collaborazione di Renato Mammucari e Fabrizio Nevola, abbraccia in particolare tutto l'Ottocento e si prolunga al secolo successivo.
Roma e la campagna romana, come Montepulciano e i suoi dintorni campestri, rivivono nelle opere che danno letture particolari delle due città o dell'ambiente agreste che all'epoca le circondava: se per alcuni dipinti a prevalere è l'interesse documentario, molti altri spiccano anche per il livello artistico. Nell'esposizione si ammirano i lavori di Carlo Labruzzi, Michelangelo Pacetti, Giulio Aristide Sartorio, Luigi Petrassi, Ranieri Rossi e opere di Ettore Roesler Franz, il "principe degli acquarellisti romani". Ancora più interessanti risultano le vedute che di Roma e di questa parte di terra senese propongono artisti stranieri, per i quali il Grand Tour ha significato una svolta: lo spagnolo Juan Gimenez Martin, l'inglese Samuel Prout, il bavarese Karl Lindemann-Frommel, lo svizzero Salomon Corrodi, altro grande acquarellista che eseguì numerose vedute per lo zar Nicola I e la regina Vittoria.
Un aspetto - pratico ma significativo di come questa esperienza fosse concepita - rende ancor più interessante la rassegna. Accanto ai dipinti, una selezione di materiali che, portati dal servitore, accompagnavano il "Tourista" nel suo lungo percorso, testimonianze di un'epoca e di uno stile di vita, dallo scrittoio da viaggio, ai calamai portatili, alle farmacie da viaggio, indispensabili in tempi di malaria, agli utensili per organizzare, strada facendo, un ottimo spuntino. Il nobile viaggiatore doveva essere perfetto in ogni occasione: ecco lo stiracravatte, il portagioielli e il portafragranze, ma anche il pesa sterline, le scacchiere da viaggio da estrarre dai bagagli per rendere meno monotone le serate nelle locande. Poi gli immancabili bastoni da viaggio che potevano trasformarsi in una arma di difesa o preservare una segreta riserva di liquore.
E ancora bussole e compassi. Infine l'ultima sezione, non meno affascinante: gli strumenti da lavoro dell'artista in viaggio, dalle scatole per i colori ad olio a quelle per l'acquerello, dalle tavolozze ai materiali per le tecniche grafiche, dagli album da disegno alle cartelle porta lavori. A riprova di come il Grand Tour venisse programmato con cura e attenzione le edizioni del Baedekers Central Italy, con tanto di piante, e le molte, diversissime "guide" d'Italia e di Roma firmate da autori illustri, come Charles Dickens o Johann Wolfgang von Goethe.
La rassegna si è arricchita di un'ulteriore opera che il curatore riteneva fondamentale per illustrare la città nei secoli del Grand Tour. E' la seicentesca "Panorama di Montepulciano", grande tela di straordinario valore storico ed iconografico in quanto è l'unica testimonianza dell'epoca non solo dell'abitato cittadino ma anche della campagna circostante; in essa figurano gli edifici storici e sono anche immaginate strutture che non saranno mai realizzate come il secondo campanile di San Biagio o la cupola della Cattedrale. (ANSA).