PORT LOUIS - Colorata, come le spezie. Gioiosa, come la folkloristica danza del Séga. In dialogo con il futuro, con i grandi grattacieli di vetro che svettano sulle antiche costruzioni coloniali. E' Port Louis, la capitale di Mauritius, l'isola nel cuore dell'Oceano Indiano, che non è solo spiagge bianche e mare cristallino. Ma anche terra ricca di culture e storia. A partire proprio dalla sua città principale, per la quale vale la pena riservare una giornata tutta dedicata nell'arco di una vacanza. Per secoli porto strategico sull'Oceano, oggi centro da 140 mila abitanti e a marzo scorso teatro dei grandi festeggiamenti per i 50 anni dalla proclamazione d'Indipendenza dalla Gran Bretagna, Port Louis è tappa imprescindibile anche per gli amanti dello shopping.
Promossa capitale solo nel 1735 dal Governatore francese Mahé de La Bourdonnais, deve il suo nome a Luigi XV (ma negli anni è stata anche Port Napoleon). Per ammirarla tutta, vale la pena arrampicarsi in auto fino al Fort Adelaide, una delle quattro fortezze britanniche (nonostante l'aspetto arabeggiante) ancora accessibili, che i locali chiamano La Citadel, oggi patrimonio del National Heritage Fund. Fulcro della città più moderna è Le Caudan Waterfront, passeggiata lungomare su cui sorgono hotel, ristoranti, un casinò e i negozi più belli della città. Per un tuffo nei veri sapori dell'isola, puntate però anche al vecchio Mercato centrale: vi accoglierà un tripudio di spezie, verdure, carni e pesce, ma anche artigianato locale con tessuti, vestiario, borse di paglia, vaniglia e tè. Proprio qui, dove, ricordate, contrattare è d'obbligo, a novembre si svolge anche il Festival Internasional Kreol: più di 100 eventi tra arte, musica, moda, regate, sparsi in tutta l'isola a raccontare la cultura creola. Cerniera fra l'antico e il moderno di Port Louis è la grande Place D'Armes, circondata da ''palme bottiglia'' e statue che celebrano i padri fondatori, come Mahe de La Bourdonnais. Un tour tra gli edifici storici non può mancare il Palazzo del Governo, costruito al tempo del governatore Nicolas de Maupin (1729-1735) e oggi sede del Parlamento; il teatro comunale del XIX secolo, uno dei più antichi dell'Oceano Indiano, decorato come un teatro londinese; l'Ippodromo Champ de Mars, fino al 1812 luogo di addestramento delle truppe coloniali. E soprattutto l'Aapravasi Ghat, primo edificio creato per ricevere gli operai dall'India, oggi proclamato sito Unesco. Qui uomini e donne venivano riuniti per 48 ore prima di essere portati nelle piantagioni di zucchero dove, per i successivi cinque anni, avrebbero lavorato in condizioni di assoluta privazione. Il dialogo tra moderno e antico prosegue poi con il grattacielo in vetro Emmanuel Anquetil e la piccola casa di legno, monumento nazionale, del padre della nazione mauriziana, Sir Seewoosagur Ramgoolam, fino alle Casernes centrales, le vecchie caserme della polizia. E se camminando, sui muri notate una S in ferro battuto, è il simbolo del celebre governatore francese La Bourdonnais. Una piccola costellazione di templi, pagode, chiese racconta invece una storia di pacifiche coesistenze. Come la Moschea di Jummah, la più importante di Mauritius, eretta alla metà del XIX secolo in una combinazione di architettura indiana, creola e islamica. O il Santuario di Père Laval Considerato la Lourdes dell'Oceano Indiano (tantissimi i pellegrini, che confidando nei poteri guaritori della statua arrivano anche solo per toccarla).
O il coloratissimo Tempio Indù a nord della città. Per chi anche in vacanza non rinuncia a un giro nei musei, da visitare il Beekrumsing Ramlallah Interpretation Centre, sorto proprio nel punto in cui sbarcavano i servi a contratto, con la riproduzione di una delle navi usate per il terribile viaggio di sei settimane dall'India a Mauritius. Al Museo di Storia Naturale, una riproduzione del Dodo e altre creature oggi estinte, mentre il Museo Postale di Mauritius, il Blue Penny Museum, conserva alcuni francobolli Post Office da uno o due penny del 1847, tra i più preziosi al mondo.
Info. www.tourism-mauritius.mu