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Shoah, scavi archeologici riportano alla luce la Grande Sinagoga di Vilnius

VILNIUS - Alcuni resti della grande sinagoga di Vilnius, bruciata dai nazisti e definitivamente distrutta dai sovietici, sono tornati nei giorni scorsi alla luce, grazie al lavoro di un gruppo internazionale di archeologhi. A darne notizia è Jon Seligman, capo degli scavi ed esperto dell’autorità israeliana delle antichità, citato da “Pagine Ebraiche”, il giornale dell’ebraismo italiano.
Per capire l’importanza simbolica del ritrovamento, bisogna ricordare che Vilnius, attuale capitale della Lituania, era conosciuta come la “Gerusalemme del Nord”. Cento sinagoghe, una vita ebraica frenetica, un punto di riferimento globale per qualità e intensità degli studi. Dopo la Shoah, quasi nulla era rimasto.
A riemergere, adesso, è stata la “bimah”, la piattaforma centrale dedicata alla preghiera. “È molto probabile che sia il primo ad aver pregato in questo luogo da 77 anni” ha sottolineato Seligman, secondo quanto riferisce “Pagine Ebraiche”.
Costruita nel 1630, la Grande Sinagoga fu per secoli il luogo di incontro e preghiera più importante della Comunità di Vilnius. Sopra i suoi resti negli anni Cinquanta del secolo scorso è stata costruita una scuola. Prossimamente, ha detto il sindaco della capitale lituana, dovrebbe essere spostata altrove. Nell’area sorgerà infatti un Memoriale.

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