PERUGIA - Non solo Don Matteo. L'Umbria, una delle prime regioni che si sono affacciate con successo al cineturismo, ha scelto la Mostra del cinema di Venezia come "palcoscenico internazionale per sottolineare la propria vocazione turistica, fatta di paesaggio, cultura e spiritualità, ma anche la propria aspirazione a puntare sull'industria cinematografica, in grado di generare cultura e sviluppo".
E' stato il vicepresidente della Regione, Fabio Paparelli, a spiegare così il senso della presenza allo Spazio Italian Pavilion, in un incontro dedicato proprio al tema del legame che intercorre tra le produzioni cinematografiche e di fiction televisive e la promozione, attraverso questo canale, della proposta turistica.
Grazie alla sua offerta variegata, che unisce le location naturali (come la Cascata delle Marmore, immortalata tra gli altri da Federico Fellini e Dario Argento) all'architettura rurale (tra uliveti e vigneti, casali e vecchi poderi), alla connotazione moderna e all'avanguardia (tipica soprattutto di Terni e del sud della regione), l'Umbria è da tempo vista come set ideale. "Quando parliamo di 'cuore' dell'Italia - ha sottolineato Paparelli - non usiamo solo uno slogan".
E tutto questo si è tradotto in un incremento dei visitatori (basti pensare che, solo grazie a Don Matteo, Spoleto e Gubbio hanno aumentato le presenze turistiche del 30 per cento), producendo un impatto economico importante non solo attraverso la possibilità di promuovere i prodotti locali di punta, dalla gastronomia ai grandi eventi. E l'Umbria si è confermata all'avanguardia, lanciando, proprio con la fiction con Terence Hill, le 'pillole' di tre minuti che precedono la messa in onda degli episodi, sottolineando così alcuni aspetti peculiari del territorio.
Non a caso, dunque, la Regione ha deciso di ricostituire, dal 2016, la Film Commission, che, oltre a Don Matteo, nel biennio 2017-18 si è concentrata anche sulle collaborazioni con le produzioni della serie internazionale 'Il nome della rosa' (a Perugia e Bevagna), del film 'Copperman' (a Spoleto), della fiction 'Sara & Marti' (a Bevagna), mentre Foligno è diventata la scenografia di 'Nati due volte' e il lungometraggio 'The Whinemaker's Son' sarà girato ad Orvieto, Montefalco e Torgiano.
"Abbiamo tantissime richieste - ha confermato il vicepresidente - che riusciamo a soddisfare attraverso il filone del cineturismo, non potendo ricevere aiuti diretti dallo Stato.
Ma dobbiamo anche andare oltre il cineturismo, riappropriandoci delle strutture magari trascurate da un po' di tempo, dedicandole soprattutto ai giovani per fare formazione e divulgare la cultura del cinema, come già stiamo facendo ad esempio attraverso la creazione di un 'living lab' sul digitale per giovani videomaker".
Dalla presenza a Venezia, la Regione Umbria cerca allora ulteriore slancio, muovendo da un settore, quello del cinema, la cui attenzione è confermata anche dalla creazione della vera e propria rete regionale 'Umbria terra di festival del cinema', in cui, in sette manifestazioni tematiche che coprono l'intero anno, si valorizzano aspetti del cinema spesso dimenticati o trascurati.
Ospite d'onore dell'appuntamento veneziano, in cui è stato anche premiato (con un tipico prodotto dell'artigianato umbro) il giovane filmmaker Viktor Ivanov, vincitore della tappa di Foligno di CinemadaMare 2018, il regista della serie tv su Montalbano, Alberto Sironi. "Uno dei segreti del successo di Montalbano - ha rivelato quest'ultimo - è il fatto che, dietro, c'è un grande scrittore come Camilleri: sarei pronto a girare domani mattina, se ci fosse uno scrittore che scrivesse una bella storia sull'Umbria, presentandone la ricchezza di aspetti attuali e superando quella sorta di 'blocco storico' al Medioevo. Del resto, in questa regione, nell'alta val Nerina, ho già girato la serie 'Eroi per caso', trovando gente, sindaci e lavoratori formidabili". (ANSA).