GENOVA -Un'immagine può graffiare lo spazio, può diventarne simmetrica padrona o dimostrare quanto possa essere plastica l'assoluta geometria, può muovere l'aria e persino mostrare la delicatezza del vento. E questo Fulvio Roiter, il grande fotografo veneziano morto due anni fa, lo sapeva bene. Per ricordare la sua raffinatissima produzione artistica, Palazzo Ducale Fondazione per la cultura promuove la retrospettiva organizzata da Civita mostre e allestisce nella suggestiva loggia degli Abati 'Fulvio Roiter - fotografie 1948-2007', una antologia di 150 immagini, per la maggior parte vintage, che ricostruiscono attraverso l'immaginario inedito e stupefacente i viaggi del grande maestro del XX secolo: la Sicilia e le sue suggestioni, Venezia, New Orleans, il Belgio, il Portogallo, il Brasile. Nelle immagini di Roiter nulla è lasciato al caso: la bellezza delle sue geometrie, la raffinatezza dei suoi bianco-nero che sfondano la carta fotografica e arrivano diretti al cuore sono capaci di innescare quelle concatenazioni di pensieri, domande e emozioni che generalmente scattano davanti alla vera opera d'arte. Quello che si vede è il vero? è l'immaginato? l'immaginario? e appena arriva la risposta, cambi sezione - ce ne sono nove, una più densa e intrigante dell'altra - e arriva l'ondata successiva di emozioni. Dalle geometrie del bianco-nero a quelle del colore, come passare da Fontana a Mondrian ma con un'anima diversa, senz'altro razionale ma più umana, studiata fino al parossismo ma con una punta di spontaneità, mossa in una zona dell'immagine da qualcosa di vivo, di inaspettato, di tenero. Delle foto di Roiter, Leonello Bertolucci scriveva che sono "gioielli buoni anche per gli occhi più esigenti" e aveva ragione. Chiunque cerchi qualcosa in un'immagine qui la trova: la poesia dei paesaggi orientali nello scatto intitolato 'Norcia 1955' e 'Venezia 1980', l'equilibrio e la perfezione formale nell'immagine 'Piazza S.Marco 1983', il neoplasticismo con gatto nella 'Casa di Bepi a Burano 1997'. La mostra, accompagnata da un bellissimo catalogo edito da Marsilio, resterà aperta alla Loggia degli Abati di Palazzo Ducale da domani fino al 24 febbraio 2019.