PERUGIA - E' un'esposizione che offre al visitatore una raffinata selezione di tavole saltuariamente presentate al pubblico, e in alcuni casi addirittura esposte per la prima volta, di autori appartenenti all'epoca d'oro della scuola umbra, tra il Duecento e la metà del Cinquecento, 'L'altra galleria. Opere dai depositi dalla Galleria nazionale dell'Umbria' allestita nello stesso museo di Perugia dove potrà essere visitata fino al 6 gennaio 2019. A caratterizzare l'originale esposizione, è il fatto che le opere arrivano dai depositi del museo. Proponendo lavori del Maestro dei dossali di Subiaco, Meo da Siena, Allegretto Nuzi, Rossello di Jacopo Franchi, Giovanni Boccati, Benedetto Bonfigli, Benvenuto di Giovanni, Bartolomeo Caporali, Pietro Vannucci detto il Perugino, Eusebio da San Giorgio, Berto di Giovanni, Domenico Alfani, Dono Doni.
La Galleria, uno dei più importanti musei d'Italia con sede a palazzo dei Priori a Perugia, fondato il 17 gennaio 1918, vanta una straordinaria collezione di capolavori di artisti come Duccio, Beato Angelico, Piero della Francesca, Pintoricchio, Perugino e Pietro da Cortona. Completa così il suo programma di celebrazioni per i suoi primi cento anni di vita con l'obiettivo di portare alla luce l'enorme patrimonio della Galleria che raramente esce dai suoi depositi per ragioni conservative o di spazio. Una mostra voluta, spiega il direttore del museo Marco Pierini, per "conferire vita nuova a queste opere". Esposizione che arriva dopo quella dal titolo 'Tutta l'Umbria una mostra. La mostra del 1907 e l'arte umbra tra Medioevo e Rinascimento' che proponeva 130 opere in grado di documentare la sorprendente ricchezza dell'arte che fiorì in Umbria tra Medioevo e Rinascimento. "I depositi sono luoghi vivi e con opere di qualità e sono parte organica del museo dove si entra tutti i giorni" afferma ancora Pierini. "Sono luoghi che nell'immaginario collettivo - aggiunge - prendono spesso la forma di polverosi magazzini pieni di opere meravigliose, più o meno colpevolmente sottratte alla vista del pubblico".
Ma la realtà è un po' diversa per Pierini. "Non soltanto la polvere è assente nei depositi - dice - ma le opere che vi si conservano hanno ruoli e funzioni differenti nella dinamica del museo. Alcune, come le riserve delle squadre di calcio, siedono in panchina, pronte a entrare in campo in sostituzione di altre temporaneamente in prestito o in restauro, altre ancora aspettano la visita di studiosi e conoscitori, altre infine, pur pregevoli, talvolta bellissime, portano su di sé troppe offese del tempo perché possano essere esposte al pubblico e debbono accontentarsi di qualche amicale visita degli addetti ai lavori".
Con l'eccezione di queste ultime, pertanto, sono state così selezionate per 'L'altra Galleria' un centinaio di tavole, tele e sculture molto "sorprendenti". "Tutte degne - afferma Pierini - di figurare onorabilmente assieme alle compagne che compongono il percorso espositivo del nostro museo".
La scelta delle opere, effettuata a seconda del loro grado di conservazione e d'importanza, è stata realizzata dal direttore della Galleria coadiuvato da una équipe di studiosi. Il percorso è cronologico ed inizia con le opere di fine '200 per poi arrivare alla sala Podiani riservata per le grandi opere di fine '500.
La mostra - oltre ad essere stata inserita per la sua qualità tra gli eventi dell'Anno europeo del patrimonio culturale 2018, promosso dal Parlamento Europeo e dal Consiglio dell'Unione Europea, coordinato dal Mibact, riveste un grande rilievo storico-critico: le tavole sono state dapprima oggetto di indagini diagnostiche e interventi conservativi, quindi affidate agli specialisti affinché le studiassero in maniera approfondita. Quello che ne risulta è una mostra che amplia quindi il percorso museale della Galleria e che sta già presentando nuove scoperte e nuove attribuzioni.
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