Venerdì 27 Dicembre 2024

Teatro: il fine vita, ricordi e lasciti in Nachlass

Teatro: il fine vita, ricordi e lasciti in Nachlass - © ANSA
Teatro: il fine vita, ricordi e lasciti in Nachlass - © ANSA
Teatro: il fine vita, ricordi e lasciti in Nachlass - © ANSA

di Maria Grazia Marilotti

CAGLIARI - Variazioni sul tema della morte con le sue mille sfaccettature. Una riflessione sul fine vita e sulla consapevolezza di una scelta, declinata in forma di installazione-performance. C'è tempo fino al 27 ottobre per assistere al Teatro Massimo di Cagliari alla performance-installazione "Nachlass Pièces sans personnes", una produzione svizzera del collettivo di autori-registi teatrali Rimini Protokoll guidato da Stefan Kaegi, Helgard Kim Haug e Daniel Wetzel - Leone d'argento alla Biennale di Venezia 2011.
Un percorso esperienziale che conduce a una dimensione 'altra'. Scandito da otto stanze, luoghi di transito per proiettarsi oltre la vita. Percorrendole si incontrano otto storie vere dove la sensazione è che chi racconta attraverso una voce registrata sia appena stato lì. Ognuna lascia un frammento di sé un oggetto simbolico e soprattutto un Nachlass, un lascito, per lasciare un ricordo si sé a coloro che restano e una eredità a quelli che verranno.
A partire dalle 18, con tre orari ogni giorno, Sardegna Teatro ospita questo evento d'eccezione. "L'installazione indaga in tema del lascito, dell'eredità da lasciare nel mondo e ai propri cari, alla luce della possibilità di decidere quando morire, tema di cocente attualità questi giorni e non solo", spiega all'ANSA Xavier de Marcellis del collettivo.
Il tema del lascito ritorna anche nella stanza di una donna affetta da una patologia progressiva e dove si rinsalda nel momento estremo del fine vita scelto consapevolmente il legame fra madre e figlio. In un rapido flashback ripercorre la sua vita a tratti dolorosa e nel suo teatrino con tanto di sipario esce di scena. È solo una delle otto storie raccontate in Nachlass.
Svelarne il contenuto priverebbe lo spettatore della necessaria empatia che nasce dal contatto diretto con questa dimensione esperienziale.
"La volontà di scegliere come narrare la propria morte e quale lascito affidare, lungi dall'avere tratti di cupezza, ha il respiro creativo e generoso della scelta - si legge in una nota - non a caso, Rimini Protokoll è prodotto in Svizzera dove la scelta di morire con dignità è possibile".

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