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A Venezia splendore e declino di Bisanzio

 VENEZIA - L'icona di San Luca di Freising, un'opera bizantina raffigurante la Madonna dal titolo 'Speranza dei disperati', torna a Venezia, città del suo primo approdo in Europa, dopo oltre sei secoli, in occasione della mostra "Gli ultimi giorni di Bisanzio. Splendore e declino di un impero", dal 25 novembre al 5 marzo 2019. L'esposizione è stata ideata e prodotta dal Museo Diocesano di Munchen-Freising, in collaborazione con la Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, che la ospita nel Salone della Libreria Sansoviniana.
    La cosiddetta "icona di San Luca", cuore della mostra, è considerata l'emblema della tragica situazione in cui si trovava Bisanzio, in lotta con gli Ottomani, tra Tre e Quattrocento. Per ottenere sostegno militare, l'imperatore Manuele II Paleologo intraprese tra il 1399 e il 1403 un viaggio diplomatico in Occidente, durante il quale portò con sé l'icona e molti altri oggetti di estremo valore da donare ai potenti europei.
    In otto sezioni, sullo sfondo dei rivolgimenti politici internazionali che portarono alla caduta di Costantinopoli nel 1453, la mostra illustra il significato del viaggio dell'imperatore Manuele II Paleologo e dei suoi doni diplomatici, testimonianze dell'intenso scambio culturale tra l'Europa - e in particolare Venezia - e Bisanzio agli albori dell'Umanesimo. Un cortometraggio introduce alla drammatica situazione di Bisanzio negli ultimi decenni prima della caduta di Costantinopoli. L'angoscia dell'epoca è testimoniata dal panneggio liturgico bizantino della Galleria Nazionale delle Marche e dal diario di viaggio di Johannes Schiltberger. I ritratti dell'imperatore Manuele II Paleologo e dei sultani Bazeyid I e Maometto II, provenienti rispettivamente dalla Bibliothèque Nationale de France e dagli Uffizi, illustrano poi i protagonisti dell'esposizione. Nonostante l'aggravarsi del conflitto bizantino-ottomano, non mancarono tentativi di incontro pacifico tra le due culture e religioni, come dimostra il manoscritto dei "Dialoghi con un musulmano" di Manuele II, reso famoso dal discorso di Papa Benedetto XVI all'Università di Ratisbona nel 2006, che dai dialoghi di Manuele traeva una citazione. Nella seconda sezione della mostra, carte geografiche dell'epoca presentano Costantinopoli e Venezia, punti di partenza e di approdo dell'imperatore nel suo viaggio in Europa.
    Giunto a Venezia, Manuele II si recò a Milano, Parigi e Londra, portando con sé preziosi doni diplomatici, destinati ai sovrani europei e ai due papi allora residenti a Roma e ad Avignone. Due di questi doni si sono conservati e saranno visibili nell'esposizione: il reliquiario con una bolla imperiale donato all'antipapa Benedetto XIII, oggi nella cattedrale di Palma di Mallorca, e il reliquiario delle S. Spine della corona di Cristo dal Duomo di Pavia.
    L'icona di San Luca fu invece donata a uno degli uomini più ricchi e potenti del tempo, Gian Galeazzo Visconti. Per altre vie, l'icona entrò poi in possesso dei veronesi della Scala. Il 23 settembre 1440 Nicodemo della Scala, vescovo di Freising dal 1422, la regalò al Duomo della città, dove nel 1624 venne collocata in un altare d'argento smaltato. Icona e altare si troveranno al centro di una "galleria delle icone", che intende mettere in luce il significato e il potere divino attribuiti alle immagini sacre nel mondo bizantino. Le due sezioni conclusive illustrano, infine, la lunga tradizione di stretti rapporti tra Bisanzio e Venezia. (ANSA).
   

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