ROMA - Ci sono le suggestioni delle rovine classiche della Roma antica, reinterpretate con la sensibilità orientale, nella mostra "Lu Song. Interni romani", la prima personale del pittore cinese in Europa, allestita nella Capitale all'ex Mattatoio dal 31 ottobre al 6 gennaio e a cura di Ludovico Pratesi. Nelle tele di grandi dimensioni presentate al pubblico - una serie di dipinti recenti abbinati ad alcune opere realizzate per l'occasione e dedicate a Roma - l'artista mette in evidenzia la sua capacità di fondere culture diverse attraverso la pittura: partendo dall'analisi della storia dell'arte europea, con una particolare attenzione al paesaggio, Lu Song mescola ogni stimolo a echi di letteratura, cinema, fotografia e alle tradizioni artistiche orientali, ma anche alle sue memorie personali. L'obiettivo è quello di suggerire un mondo altro, affine al reale ma non simile: "Un dipinto non dovrebbe rappresentare la realtà; al contrario la funzione della pittura è di alterare la trama della realtà", dice.