TORINO - Lembi di pelle di cadaveri di criminali, statue classiche trasformate in tele così come un maiale imbalsamato. I corpi tatuati di Horiyoshi III, le immagini di Tin-Tin e Filippo Leu, i tatuaggi rituali maori e quelli sul femminismo. È un viaggio nella storia quello che il Mao propone con 'Tattoo. L'arte sulla pelle', mostra di 184 opere in programma dal 9 novembre al 3 marzo.
Quattro sezioni per una riflessione sull'uso sociale, culturale e artistico del corpo. "Il tatuaggio ha rappresentato nei secoli valori e disvalori - sottolinea il presidente della Fondazione Torino Musei Maurizio Cibrario - marchio d'infamia o segno di bellezza e distinzione, contrapposizione fra selvaggi e civiltà, usato da prostitute e confraternite ecclesiali, ricerca di libertà e momento di espressione". A corollario conferenze, workshop e l'evento Il quadrilatero lascia il segno, al quadrilatero romano, con tanto di concorso di selfie di tatuaggi con premio per l'immagine con più like su Instagram con l'hashtag #myMAOtattoo. (ANSA).
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