ROMA - Il viaggio tra le lingue latina, araba, greca e volgare nei manoscritti che raccontano la nascita dell'algebra e dell'astronomia nella Biblioteca Carlo Viganò dell'Università Cattolica di Brescia. L'intera piazza Sett'angeli per rileggere sulle facciate dei suoi palazzi e chiese la storia di una città come Palermo. O ancora il Gabinetto cinese di Palazzo Reale a Torino, dove scoprire, tra lacche e pannelli, il significato originario di tanta bellezza.
Fino a Venezia e a quel dialogo sempre vivo che si respira alla Scuola Dalmata dei Santi Giorgio e Trifone. Con oltre 1.100 siti aperti eccezionalmente, 296 luoghi di culto, 227 palazzi e ville, 30 castelli e 50 borghi in 430 località e 20 regioni, tornano le Giornate Fai di primavera, il 23 e 24 marzo, con una 27/a edizione che promette di guardare l'Italia come mai prima.
Sarà "un vero ponte tra culture", spiegano il presidente e vicepresidente del Fondo Ambiente Italiano, Andrea Carandini e Marco Magnifico. Dal Palazzo della Consulta a Roma al Centro Spaziale di Geodesia, a raccontare le diverse influenze culturali disseminate nel nostro paese, tra i 40 mila ciceroni, per la prima volta infatti ci saranno anche un centinaio di volontari di origine straniera con gli aspetti storici, artistici e architettonici tipici della loro cultura di provenienza. "In Italia ci sono specificità che cambiano a pochi chilometri di distanza - commenta il ministro dei Beni culturali, Alberto Bonisoli - Non è un caso, l'uomo ci ha messo del suo. È il frutto di tante civiltà assorbite in modo diverso". Si può sostenere la campagna fondi Tu che puoi Fai fino al 31 marzo con sms al 45584.
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