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Giornate Primavera Fai, 81 beni Marche

ANCONA - I fasti pittorici settecenteschi dei palazzi ascolani, ma anche la storia delle acque: dai pozzi delle dimore nobiliari alle concerie medievali di Fabriano, fino alle espressioni di multiculturalità della Sinagoga di Ancona e alle bellezze dell'ascesi di Santa Maria infra Saxa di Genga e dell'Orto delle Monache del Colle dell'Infinito. Sono 81 i luoghi normalmente non aperti al pubblico o di cui non si conosce la storia visibili il 23 e 24 marzo nelle Marche per la 27/a edizione delle Giornate Fai di Primavera, che schiera per illustrarli 3.300 Apprendisti Ciceroni (ragazzi delle scuole) e 650 volontari. Presentata dalla presidente Fai delle Marche Alessandra Stipa assieme all'assessore alla Cultura della Regione Marche Moreno Pieroni, l'iniziativa si è arricchita nel tempo di numerosi eventi collaterali che culminano quest'anno nella mostra di Tullio Pericoli 'Forme del paesaggio' ad Ascoli Piceno che durerà un anno con un'inaugurazione il 22 marzo per i soli soci Fai, assieme all'apertura domenicale dei negozi nei borghi da visitare. "Un'occasione - ha detto Pieroni - per far riscoprire le nostre bellezze, spesso sconosciute anche ai marchigiani, divenute ormai un consolidato volano del turismo culturale ed enogastronomico con importanti ricadute occupazionali ed economiche del nostro territorio, rilanciando nel contempo i luoghi colpiti dal sisma". Tra i beni in mostra alcuni sono visibili solo agli iscritti Fai (tessera acquisibile anche in loco), perché privati o dotati di spazi limitati, come Palazzo Sacconi a Fermo, Villa delle Rose (oggi Istituto delle Canossiane) a Porto San Giorgio o Palazzo Passari a Recanati. Ma la maggior parte sono visitabili da tutti. Tra questi il Mercato delle Erbe di Ancona, che - ha spiegato Manuela Francesca Panini, responsabile della delegazione dorica - è stato costruito in epoca liberty dagli operai del cantiere navale usando il metallo delle navi austriache della Prima Guerra Mondiale, o il Palazzo del Comune di Recanti costruito apposta nel 1898 - ha detto la capodelegazione di Recanti Manuela Guzzini - per celebrare il centenario della nascita di Giacomo Leopardi distruggendo un preesistente edificio medievale. Ma vi sono anche la Chiesa monumentale di San Giovanni Battista di Pesaro e la Biblioteca comunale di Palazzo Mozzi Borgetti di Macerata coi suoi 400 mila volumi, 10 mila manoscritti e circa 300 incunaboli. "Un patrimonio, che grazie al Fai e ai Ciceroni, giovani studenti delle scuole che volontaristicamente prestano la loro opera - ha commentato Stipa - ha sviluppato nei cittadini un grande senso di appartenenza al territorio, testimoniato dalle 52 mila presenze dello scorso anno".(ANSA).
   

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