NAPOLI - "Se le scoperte di Ercolano e Pompei sono alla base della nascita del Neoclassicismo la figura di Canova ne è, forse, la massima espressione artistica". Lo sottolinea Paolo Giulierini, direttore del Museo Archeologico, spiegando perché sia Napoli la sede giusta per il grande omaggio al maestro veneto ('Canova e l'Antico', dal 29 marzo al 30 giugno) che lavorò per quasi tutte le corti dell'epoca, "in nome di un codice interpretativo e culturale connaturato all'Europa che sarà delle Nazioni poi".
Curata da Giuseppe Pavanello, e organizzata da Villaggio Globale International, la mostra porta a Napoli, per la prima volta, oltre 110 lavori, 12 straordinari marmi, grandi modelli e calchi in gesso, bassorilievi, modellini in gesso e terracotta, disegni, dipinti e tempere, tutti in dialogo con le collezioni del MANN. Prestigiosi i prestiti internazionali a cominciare dal nucleo di sei marmi provenienti dall'Ermitage di San Pietroburgo che per la prima volta escono in gruppo dal circuito del museo russo.
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